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Disabile dopo il pestaggio della polizia, Scaroni: servono i codici sulle divise

Paolo Scaroni affida a Change, uno dei principlai portali per la creazione di petizioni online, la propria battaglia per rendere obbligatori i codici identificativi sulle divise delle forze dell’ordine. Il pestaggio subito il 24 settembre del 2005, mentre alla stazione di Verona cercava di salire sul treno per fare rientro a Brescia dopo aver partecipato alla trasferta per seguire a sua squadra del cuore, l’ha lasciato invalido al 100 per 100 e ha cambiato tutta la sua vita. Dopo la sentenza di primo grado da parte del Tribunale di Verona che ha assolto gli otto poliziotti della celere di Bologna che l’avrebbero ridotto in fin di vita a colpi di manganello (impugnato al contrario), meno di due mesi fa la procura scaligera ha deciso di riaprire le indagini sul caso per fare luce su quei dieci minuti del pestaggio “spariti” dai filmati della polizia. Ma a Paolo non basta, non più.

La sua condizione di invalidità non cambierà nel tempo ed è lui stesso, in una lettera aperta allegata alla petizione, ad ammetterlo: “Nonostante la lunga riabilitazione a cui mi sottopongo da anni con tenacia – spiega Paolo – non avrò molti margini di miglioramento. Questo lo so quasi con certezza”. Da qui la volontà di fare qualcosa perché quello che è successo a lui non succeda più. O almeno si possano individuare i responsabili. “Nella maggior parte dei paesi europei le forze dell’ordine indossano divise provviste di codici identificativi – fa notare Paolo – e se responsabili di condotte penalmente rilevanti, come nel mio caso”, facilmente identificabili dalla magistratura, mentre “ i poliziotti che mi hanno pestato erano tutti a volto coperto, quindi non identificabili”. E assolti.

“ Eppure la corte ha stabilito che è stato utilizzato un manganello, che sono stati scagliati più colpi, che la carica non era autorizzata, che il lancio di lacrimogeni era esagerato, che le lesioni potevano causare la morte, e che le riprese sono state manomesse – scrive Paolo – la polizia è colpevole, ma è stato impossibile stabilire chi ci fosse dietro quei passamontagna”. Da qui l’appello di Paolo perché “anche in Italia vengano resi obbligatori i codici identificativi sulle divise delle forze dell’ordine”.

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Redazione BsNews.it

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