Si difende, grida la sua innocenza e accusa chi l’ha voluto colpire D. P., veterinario dell’Asl, sotto inchiesta dopo che nella sua cascina di Nuvolera, sono state trovate carcasse di animali morti e vitelli in condizioni non buone. L’uomo, segnalato dal Partito e poi nel mirino dell’Asl però si proclama estraneo ai fatti e in un’intervista al Corriere della sera dice: "L’orrore sta in quello che mi si è voluto fare". Il veterinario sostiene che dietro tutta questa vicenda ci sia qualcuno che vuole colpirlo: "La mia clientela parla per me. E chi mi conosce sa come mi comporto e come agisco" e sulla presenza delle carcasse e sulle condizioni dei vitelli si difende: "Guardi, io sono un veterinario della Asl, so bene come si tengono gli animali e tutto sarà chiarito nelle sedi opportune, così sarà finita questa persecuzione". E continua: "L’accusa peggiore che mi si poteva fare non sono state tutte quelle parole spese in libertà: “cascina degli orrori”, “non ho mai visto niente del genere”, eccetera, ma il maltrattamento degli animali. Accusarmi di una cosa del genere significa venire dalla luna solo per fare del male gratuito".
Sulle immagini circolate delle carcasse l’uomo afferma che qualcuno abbia messo quei cadaveri nella sua proprietà e che volesse spostarle, una volta viste, perché l’operaio a cui aveva chiesto di farlo non aveva ancora iniziato. "Faccio prezzi bassi, ecco perché do fastidio" ribadisce l’uomo che si dice fiducioso sul fatto che la giustizia farà il suo corso.
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