"Scusate, devo denunciare un furto di un drago". E’ questo ciò che si sono sentiti dire i carabinieri di Marone da Luigi Zatti, l’artista contadino di Zone conosciuto ai più come “il Rosso”. Il drago denunciato da Zatti in realtà è una delle sue opere d’arte entrata a far parte di quel visitatissimo museo di sculture a cielo aperto realizzato da Zatti in prossimità del cimitero del paese.
Ora quel drago che accoglieva i visitatori del cimitero non c’è più, sparito per mano di ignoti che nella notte l’hanno portato via per metterlo, magari, nel giardino di casa propria. Gli è sopravvissuto il “fratellino” minore, un’altra opera dello scultore ma di dimensioni più piccole. Il grande drago, invece, alto 1,20 centimetri per 75 di larghezza e oltre 4 quintali di peso, è stato portato via.
Nemmeno la difficoltà di spostare un’opera tanto pesante ha scoraggiato i ladri. L’autore dell’opera però, appena accortosi della mancanza, ha denunciato immediatamente il furto, presentandosi alla caserma dei carabinieri di Marone e asserendo: “Scusate, devo denunciare il furto di un grago”? “Come?”, hanno risposto perplessi i militari? “Nooo…un drago di pietra”.
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