“Non possiamo accettare che si combatta l’evasione fiscale penalizzando chi percepisce trattamenti indennitari”. Il Presidente provinciale Angelo Piovanelli commenta il testo dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (nel quale è contenuta la riforma dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente – ISEE) in merito al quale, a breve, dovranno pronunciarsi le competenti Commissioni di Camera e Senato.
Questo provvedimento preoccupa fortemente l’ANMIL in quanto include nel calcolo del reddito rilevante ai fini ISEE anche tutti i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari (come le prestazioni economiche erogate dall’INAIL agli invalidi del lavoro e a coloro che hanno contratto malattie professionali) che non possono e non devono rientrare nel calcolo dell’ISEE proprio per la loro natura prettamente “risarcitoria”.
“In pratica, non si vuole comprendere che questa formulazione del nuovo ISEE – sottolinea Piovanelli – impone ai lavoratori assicurati dagli imprenditori all’INAIL di computare nel calcolo ISEE la rendita percepita a titolo indennitario per un danno permanente riportato per un incidente causato dall’attività lavorativa come se fosse un reddito. Quello che si profila è un danno che offende anche nella dignità quei lavoratori che non si sono visti tutelare la propria salute nei luoghi di lavoro e sono rimasti invalidi”.
“Il nostro obiettivo – conclude Piovanelli – resta quello di ottenere la chiara e definitiva esclusione delle prestazioni economiche INAIL aventi natura risarcitoria, dal reddito rilevante ai fini ISEE”.
Questo è quanto abbiamo chiesto con una lettera ai parlamentari bresciani componenti delle Commissioni parlamentari competenti di Camera e Senato che dovranno esprimere il loro parere sul provvedimento entro la fine del mese intervenendo anche sul Ministro Giovannini e il Ministro dell’Economia e delle Finanze Saccomanni affinchè non si metta ulteriormente in ginocchio categorie svantaggiate che già pagano tutto il possibile e rappresentano la vera forza del nostro paese, di cui più spesso ci si dimentica, salvo farle ritornare alla ribalta delle cronache quando notizie ‘scandalistiche’ scovano tra 5 milioni di persone con disabilità quello 0,02% di ‘falsi invalidi’ che tanto peso riesce ad avere nell’immaginario dell’opinione pubblica additati come corresponsabili del disastro economico nazionale, mentre non vengono chiesti sacrifici a coloro che sono realmente benestanti”.
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