Con una nota Valerio Beccalossi e Angelamaria Paparazzo del Codisa segnalano che all’interno della porzione Ovest dell’ATEg25 (Cava Gaburri), corrispondente alla zona destinata ad accogliere la discarica, si è verificato un vasto affioramento della falda acquifera sotterranea. ”Tale evento – si legge nel comunicato – si è verificato negli anni precedenti, tant’è che nell’anno 2011, dall’associazione era stata commissionata una indagine naturalistica da cui era emersa la presenza e nidificazione di 39 specie di uccelli, di cui 9 protette dalle norme nazionali e comunitarie. Lo specchio d’acqua – continua il testo – modifica sensibilmente la morfologia e l’ecosistema, favorendo la presenza e riproduzione di varie specie animali e lo sviluppo della vegetazione tipica delle zone umide (canneto)”. Inoltre l’affioramento “pone seri interrogativi sui potenziali rischi per la falda nel caso si autorizzasse la citata discarica”. Tanto più alla luce del fatto che “Brescia dovrà affrontare gravissimi problemi ambientali dovuti ad inquinamento della falda da Cromo VI (Eredi Baratti) e PCB (Caffaro)” e “aggiungerne di ulteriori sarebbe quantomeno azzardato. A tal proposito si sollecita una profonda riflessione sull’opportunità di realizzare la discarica Castella e sul rapporto costi/benefici che ne deriverebbe.
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