Pcb dilagante: anche i prodotti alimentari fatti dalle aziende limitrofe alla Caffaro come latte, uova e i pesci dei laghi e nei fiumi bresciani saranno analizzati dal’Istituto zooprofilattico di Lombardia ed Emilia Romagna per volontà del ministero della Salute che vuole capire quante diossine contengano. Un caso non nuovo visto che, come ricorda il Corsera, negli ultimi sei anni sono stati scoperti latte al Pcb in 16 stalle dell’hinterland, uova alla diossina in cinque pollai privati di Brescia e anguille al Pcb da due anni fuorilegge sul Garda. Non solo a causa della Caffaro, ma anche per le scorie di molti altri siti industriali presenti in zona. Il progetto nazionale del Ministero è partito nel 2012 e sta monitorando 48 siti inquinati di interesse nazionale. In Lombardia, oltre a Brescia, ci sono Sesto San Giovanni, Pioltello-Rodano, Cerro al Lambro, Milano-Bovisa, Broni, laghi di Mantova e Polo Chimico e sarà lo zooprofilattico di Brescia ad eseguire le analisi. Le analisi termineranno il 31 dicembre e i risultati saranno divulgati entro la prossima primavera. Nell’hinterland bresciano verranno analizzati 30 campioni prelevati tra i 298 allevamenti zootecnici presenti nell’area di dieci chilometri dal perimetro del Sito nazionale Caffaro sparsi in sette diversi comuni: Brescia, Roncadelle, Castel Mella, Capriano del Colle, Flero, San Zeno Naviglio, Borgosatollo.
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