Mentre il 59% degli studenti italiani è pronto a espatriare perché non vede prospettive occupazionali in Italia, a Brescia sono già 700 le domande raccolte dalla Cisl e dalla Coldiretti per l’assunzione di lavoratori disoccupati da impiegare nella vendemmia in Franciacorta. “Si tratta del primo esperimento di questo tipo a livello nazionale e crediamo sia una risposta concreta alle difficoltà che sta attraversando il Paese” spiegano Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia e Daniele Cavalleri, segretario Fai Cisl di Brescia.

Le 700 domande arrivate nell’arco di 15 giorni (l’iniziativa è partita il 12 giugno scorso) riguardano per l’80% italiani e le richieste sono arrivate non solo dai 19 comuni della Franciacorta, ma anche dal resto della Lombardia, dalla Val d’Aosta e dal Trentino. Il 40% di quelli che si sono fatti avanti – spiegano Coldiretti Lombardia e Fai Cisl Brescia – vengono dal mondo dell’edilizia, settore che in questi anni ha subito una brusca frenata con l’espulsione di migliaia di lavoratori. Il 30% delle domande sono di giovani fra i 18 e i 30 anni che non hanno un’occupazione, mentre la metà delle candidature riguarda famiglie monoreddito. Fra i curricula presentati ci sono anche diversi laureati.

I posti disponibili sono, a oggi, circa 400 e nei prossimi giorni Cisl e Coldiretti faranno il punto per capire come inserire quante più persone possibili rispetto alle 700 che si sono fatte avanti: i criteri principali di selezione restano la residenza nei comuni della Franciacorta, l’esistenza di particolari situazioni di necessità sia economiche che familiari. Sono circa 4 mila gli addetti impiegati ogni anno da agosto a ottobre per la raccolta delle uve nel Bresciano. Lo stipendio medio degli operai stagionali assunti, con regolare contratto, per la “vendemmia della solidarietà” oscilla fra gli 800 e i 900 euro al mese.

“Mentre il Governo fa i salti mortali per capire come favorire l’occupazione – conclude Prandini – noi stiamo cercando di fare la nostra parte per dare un’opportunità a chi ne ha bisogno. Occorre ricostruire quel legame che ha unito per generazioni gli italiani al proprio territorio anche perché, secondo un sondaggio Coldiretti/SWG il 73% dei giovani ritiene che l’Italia non possa offrire un futuro contro il 20% che ha invece una visione positiva. Per la prima volta dal dopoguerra, il 61% dei giovani italiani pensa la loro situazione economica sarà peggiore di quella dei genitori, il 17% uguale e solo il 14% migliore. Dobbiamo invertire questa tendenza e ridare una speranza ai giovani e ai loro padri”.

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Redazione BsNews.it

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