di Paolo Pagani* – Ho molto apprezzato l’ intervista di Dino Alberti, coordinatore provinciale dei 5 stelle, dell’altro giorno. Da una parte l’onestà intellettuale, dall’altra la scelta di stare nel campo di un municipalismo progressista senza se e senza ma.
Con una lista propria a Ghedi, con presenze nelle liste civiche di alcuni comuni importanti.
Il dialogo che si è aperto, da tempo, con il PD provinciale sta dando i suoi frutti. Più in generale in questa tornata elettorale, in tanti comuni, si sta costruendo un civismo dove si stanno riconoscendo, salvo rare eccezioni, anche le forze liberaldemocratiche che fanno riferimento ad Azione e Italia Viva. Oltre alle forze della sinistra fuori dal PD, che hanno fatto una netta scelta di campo.
Sull’altro fronte in non pochi comuni la destra-centro si sta dividendo. Ed è una buona notizia. Non sempre il potere è un collante. Nel campo progressista a fare da collante sono i programmi. Che, mi pare, ruotino attorno ad alcuni capisaldi. Il potenziamento dei sistemi di welfare locale, da sempre una cifra distintiva del municipalismo riformista bresciano. La tutela del territorio con politiche urbanistiche che riducono sempre più il consumo di suolo. La difesa dell’ ambiente con la moltiplicazione delle aree verdi, politiche di contenimento dei consumi energetico, introduzione di aree pedonali e a traffico limitato. Azioni di allargamento del diritto allo studio, nonostante la totale assenza della regione in questo campo, fondamentale per il progresso civile e sociale. In continuità con un passato di buongoverno, ma anche con la dose necessaria di discontinuità.
Se nel voto amministrativo i progressisti conseguono risultati migliori che nel voto politico una ragione c’è. Anzi due. La prima è il buongoverno. La seconda è la modestia e la monotonia della propaganda delle coalizioni della destra-centro. Sicurezza, immigrazione. Immigrazione e sicurezza. Come se i comuni bresciani fossero tutti piccole Caracas.Come se, con iperbole continue, non funzionasse niente. Ma non funziona. Perché per sostenere tutto questo si cade nella mistificazione.
Come, cartina di tornasole, sta succedendo nel mio paese: Gardone Val Trompia. Il candidato della destra-centro, pur di sostenere che Gardone va curata (deformazione professionale), dice che per gli anziani c’è solo la casa di riposo, sfidando non solo la realtà ma la logistica (proprio vicino alla casa di riposo ci sono i mini alloggi protetti). Dice che a Gardone bisogna fare gli slalom tra le auto, quando in una delle sue tante consigliature gardonesi si oppose all’ opera più importante di decongestianento del traffico.
Dice che c’è un rischio occupazionale alla ex Trw e che il sindaco non ha fatto niente così come il sindacato, quando non è vero niente. E potrei continuare.
Dall’ altra parte, la lista civica La nostra città (una delle espressioni del municipalismo di cui dicevo sopra) ha costruito il suo programma con un percorso partecipato che ha visto la presenza di decine e decine di cittadini, in particolare giovani e giovanissimi.
Questo fronte municipalista è cementato anche da un’ altra ragione. Più politica. Ed è l’ antifascismo e il contrasto ad una idea di democrazia illiberale, che questo governo tenta di introdurre. Ed è questa la ragione di più che porterà gli elettori del PD, sinistra, 5 stelle, Azione, Italia Viva e +Europa a riversare il loro consenso alle liste civiche progressiste.
Paolo Pagani della direzione regionale del PD.
* Pd/Articolo Uno Brescia (direzione regionale Pd)