Il sindaco di Roncadelle Michele Orlando commenta il risultato delle amministrative a Brescia e sottolinea come la "fobia" per i centri commerciali e il preoccuparsi troppo di faccende al di fuori del territorio cittadino (vedi caso maxi centro a Roncadelle) abbia influito sulla perdita del centro destra. "Ma vi sembra normale che un’intera Amministrazione Comunale (quella di allora), in fase di approvazione del PGT (che, è bene ricordarlo, è forse l’atto più rilevante che nell’arco di un mandato elettorale si è chiamati a varare visto che riguarda nientemeno che gli sviluppi futuri del territorio che si sta governando), invece che discutere appunto delle scelte strategiche del proprio territorio, dedichi due intere giornate, sulle tre previste, a discorrere amabilmente (per denigrarli) dei centri commerciali di Roncadelle?" dichiara Orlando.
DI SEGUITO IL COMUNICATO INTEGRALE
I giorni che hanno preceduto il ballottaggio in città mi hanno ricordato, come una sorta di film già visto, quelli che il Consiglio Comunale della Loggia ha dedicato all’approvazione del Piano di Governo del Territorio.
Cosa accomuna questi due momenti? Molto semplicemente il fatto che, in entrambi i casi, il Comune di Roncadelle, la sua Amministrazione, e in particolare le strutture commerciali che ospita, siano stati uno dei temi più dibattuti dagli ex amministratori cittadini di centro destra. Ora, io capisco bene – e, visto il ruolo che ricopro, non potrei fare altrimenti – che una realtà come Roncadelle oggettivamente non possa che stare al centro delle attenzioni della popolazione dell’universo mondo, ma, come si usa dire, due domande mi sorgono spontanee. Ma vi sembra normale che un’intera Amministrazione Comunale (quella di allora), in fase di approvazione del PGT (che, è bene ricordarlo, è forse l’atto più rilevante che nell’arco di un mandato elettorale si è chiamati a varare visto che riguarda nientemeno che gli sviluppi futuri del territorio che si sta governando), invece che discutere appunto delle scelte strategiche del proprio territorio, dedichi due intere giornate, sulle tre previste, a discorrere amabilmente (per denigrarli) dei centri commerciali di Roncadelle? E vi sembra parimenti normale che a pochi giorni dal ballottaggio, quando avrebbero dovuto confrontarsi le due diverse visioni sul capoluogo, siano di nuovo stati tirati in ballo (e abbondantemente) i medesimi centri? L’impressione è che, non avendo molto da dire ai cittadini bresciani circa il loro futuro, si sia preferito parlare d’altro; inevitabile allora che quando hanno dovuto scegliere, gli stessi cittadini abbiano preferito votare qualcun altro: direi il giusto contrappasso.
Ma c’è un altro elemento che, sempre per stare in tema, ha penalizzato chi con tanta insistenza l’ha utilizzato. È forse arrivato il momento di capire che affrontare il tema delle grandi superfici di vendita in modo ideologico, manicheo e un po’ snob, quasi come fossero il male assoluto da abbattere il prima possibile, oltre che ad essere sbagliato, non è nemmeno così popolare. I grandi centri commerciali (e la cosa può anche non piacerci…) sono un elemento della contemporaneità; e, come tutte le cose di questo mondo, presentano pro e contro: offrono un servizio ai cittadini-consumatori, costituiscono un importante sbocco occupazionale, hanno una funzione (soprattutto i supermercati interni) di calmierazione dei prezzi, e se così non fosse non si spiegherebbe perché così tanta gente (diciamo quasi tutti?) li frequenti ogni giorno. Poi ci sono le problematiche e qui entra in gioco (o dovrebbe entrare in gioco) la capacità di pianificazione e di gestione degli amministratori per fare per davvero una seria programmazione territoriale dei vari insediamenti, per trovare localizzazioni che minimizzino gli impatti del traffico (vicinanza con le grandi vie di comunicazione, viabilità scorrevole, parcheggi comodi e adeguati), per trovare infine forme di compensazione e sostegno per il piccolo commercio di prossimità.
Non serve abbaiare: serve visione, capacità di programmazione, un progetto chiaro da presentare ai cittadini. Se tutto ciò manca – chiudo ribadendo il concetto – è quasi naturale che gli stessi cittadini scelgano qualcun altro. Ed è ciò che hanno fatto, giustamente, a Brescia.
Michele Orlando
Sindaco di Roncadelle
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