Nuovo Centro Commerciale di Roncadelle, Mattu (PLI): “I perché di tanti No!”
Non si placa la polemica sul nuovo centro commerciale di Roncadelle che ha incassato un nuovo sì dall’ultimo consiglio comunale. Contro il progetto diversi esponenti della Lega e Confesercenti. Si schiera sul fronte del no anche il consigliere comunale del Gruppo Misto-Roncadelle di Pro Lombardia Indipendenza Giulio Mattu.
DI SEGUITO IL COMUNICATO INTEGRALE
Martedì 4 giugno la maggioranza (PD) del Consiglio Comunale di Roncadelle capitanata dal Sindaco Orlando vota contro la petizione dei commercianti di Roncadelle inerente il nuovo mega-centro commerciale e con il voto a favore della stessa petizione di tutta l’opposizione consiliare compreso il sottoscritto, nella quale si chiedeva di rinunciare all’insediamento del nuovo centro commerciale e che sia escluso ogni qualsiasi altro insediamento o ampliamento di grandi e medie strutture di vendita nel Comune di Roncadelle.
Come rappresentante di pro Lombardia indipendenza e come uno dei primi firmatari della stessa petizione in oggetto, ho sostenuto fin dall’inizio questa importante iniziativa dei commercianti di Roncadelle, appoggiata fin dall’inizio anche dalla Confesercenti di Brescia , forti del sostegno a questa petizione di oltre 500 firme di liberi cittadini roncadellesi sottoscritte nell’arco di un solo mese.
Sono dell’idea che nell’epoca in cui viviamo la partecipazione della cittadinanza tutta ai lavori del Comune debba aumentare sempre più; beninteso, bisogna dotare la cittadinanza stessa degli strumenti per rendere la propria partecipazione incisiva e non solo di testimonianza, come purtroppo si è verificato in questo caso.
Questa petizione supporta indirettamente questa stessa mia considerazione e dimostra che non sono solo i commercianti, ma anche numerosi semplici e liberi cittadini roncadellesi a non volere il nuovo mega-centro commerciale.
Nel caso specifico, parliamo del terzo centro commerciale che sorgerà sul territorio del Comune di Roncadelle. Per addolcire la pillola, vengono utilizzati dalla maggioranza i soliti slogan “maggior lavoro in paese”, “aiuto per le casse comunali”.
La verità è ben altra: il nostro Comune, come tutti quelli lombardi, soffre dei continui tagli che lo Stato italiano attua nei confronti dei nostri bilanci virtuosi, attraverso l’assurdo e devastante patto di stabilità e i continui tagli ai trasferimenti verso i comuni ( a Roncadelle si è passati dai circa 1.500.000 euro del 2008 ai circa 700.000 euro del 2012 di trasferimenti totali da parte dello stato centrale) costringendoci a svendere il nostro territorio per riuscire a garantire quei servizi essenziali che ogni Comune dovrebbe garantire.
Vista la nostra posizione geografica, a ridosso della città e toccata da varie arterie stradali, è comprensibile che possano sorgere centri commerciali (ed infatti abbiamo Le Rondinelle ed Ikea da anni), ma è assolutamente da rigettare questa proliferazione insensata e inopportuna.
In primis la scelta di questa amministrazione comunale che parte da lontano, fin dall’approvazione del piano integrato Mella 2000 avvenuta nel 2003 e subito dopo di quella regionale governata da ben tredici anni consecutivi dalle medesime forze politiche (PDL e Lega Nord) che hanno dato il benestare al progetto attraverso la loro positiva valutazione di impatto ambientale e che ora si fa bella pubblicizzando una moratoria propagandistica solo a puro scopo elettorale e solo a parole difende i piccoli commercianti e l’artigianato lombardo, scelte che verranno fatte pagare a tutti i commercianti di Roncadelle che qui vedete presenti stasera.
Commercianti che devono già pagare tasse tra le più alte in Europa, oppressi da assurdi studi di settore mortificanti e ingiusti, trattati come sporchi evasori se non battono uno scontrino anche da pochi centesimi.
E la giunta comunale, ovvero l’organo più vicino alla cittadinanza, cosa fa? Pur di non infastidire lo Stato italiano approva un nuovo inutile mostro di cemento, con tutte le conseguenze riguardanti l’inquinamento in una zona già provatissima dalla cattiva qualità dell’aria, essendo un comune già inserito nella zona critica per i livelli di inquinamento , all’aumento considerevole del traffico veicolare sia leggero che pesante, oltre al prezzo troppo alto che devono pagare i commercianti di Roncadelle.
E quando lo stesso Stato italiano, che quotidianamente sperpera le tasse degli stessi commercianti e delle loro famiglie, ci vieterà di spendere anche questi soldi incassati per garantire i suoi debiti romani, cosa faremo? Svenderemo la piazza del paese? Il cimitero? Toccato il fondo ci mettiamo anche a scavare?
Trovo assolutamente ingiusto inoltre che la cittadinanza non si possa esprimere sul progetto in questione. Ad un’ora e mezza di strada da Roncadelle, in Svizzera, è obbligatorio tenere referendum confermativi per i progetti enormi come questo. Perché non chiedere ai cittadini se son d’accordo o meno con questa azione della giunta Orlando? Siete davvero così sicuri che la cittadinanza non è così matura da scegliere cosa è bene per il proprio futuro? Di cosa avete paura?
Come istituzione comunale abbiamo il dovere di garantire la possibilità ai cittadini di poter influire su decisioni gravose come questa, la democrazia rappresentativa ha mostrato tutti i suoi limiti, dobbiamo assolutamente mettere in campo proposte di democrazia diretta: i depositari della sovranità sono proprio i cittadini, non noi politici!
Ero e sarò sempre a disposizione per lavorare su questo tipo di proposta, se un giorno la giunta deciderà di far davvero influire il pensiero dei cittadini nella vita comunale, e non solo farli partecipare ad un consiglio comunale come quello del 4 giugno in cui tutto è già deciso, cari commercianti. Basta solo la volontà di modificare lo Statuto comunale, non ci vuole nulla che non possediamo già.
Alla Giunta comunale dico solo questo. Smettiamo di parlare di “nuovi posti di lavoro”, di usare questa scusa per addolcire la pillola. Sappiamo benissimo tutti che è impossibile garantire posti di lavoro solo ed esclusivamente ai roncadellesi; evitiamo di prendere in giro la cittadinanza, per piacere.