Foto della Lega con venditori abusivi: Brescia per Passione: “Non è Brescia, vengono da Google”

La Lega Nord di Brescia ha usato immagini di venditori africani abusivi e una tendopoli rom per la sua campagna di manifesti contro Del Bono. Ma le immagini utilizzate dal Carroccio “non fotografano Brescia, ma arrivano da Google”, a detta di Brescia per Passione. Il movimento civico che da tre giorni si è apparentato con il centrosinistra di Del Bono per il ballottaggio, da sempre molto inserito in Rete, ha controllato le immagini, scoprendo che non erano state scattate a Brescia, bensì foto d’archivio di Google.

“E’ davvero deprimente il livello a cui il centrodestra sta spingendo questa campagna elettorale – si legge in un comunicato di Brescia per Passione – Ieri Fabio Rolfi dopo aver dribblato con sprezzo della legalità che lui stesso sbandiera a suo piacimento le questioni relative alle affissioni illecite del suo partito, ha anche affermato che le immagini utilizzate sarebbero relative alla Brescia dei tempi di Corsini: "I manifesti ritraggono con in immagini reali il disastro lasciato dalla sinistra nel 2008" aveva dichiarato Rolfi. In realtà basta una semplice ricerca su Google per verificare che le immagini, ad esempio quella dei venditori di borse in una via che già a primo impatto, non sono state scattate a Brescia. La prova è semplice: basta cliccare su www.google.it, inserire la chiave "venditori immigrati borse" e apprezzare l’immagine che appare nei cartelli leghisti con l’effetto specchio (ovvero con ribaltamento destra-sinistra) di photoshop. Capiamo che Rolfi, dopo aver ricevuto nei giorni scorsi da Umberto Bossi l’imprimatur di giovane rifondatore di spicco della Lega in chiave anti-Maroni, abbia voglia di un bel ritorno ai toni di un tempo. Ma per farlo sarebbe bene utilizzare qualche elemento di verità, senza spacciare una foto più volte riciclata su diversi blog in questi anni, come "bresciana", continuano quelli di Brescia per Passione. “Per questo crediamo sia bene ricordare a Fabio Rolfi che prima di lui vennero chiusi 5 campi nomadi dei 7 presenti in città, dopo di che lui ne ha "ereditati" due, con un piano di chiusure già preventivato ma mai rispettato. E dopo 5 anni la situazione in materia è ferma al 2008. Giusto chiedersi se per Rolfi i temi sicurezza e immigrazione siano un obiettivo o un pretesto. Ed ancora ci chiediamo che ne è dei risultati dell’ordinanza "anti rose", in una città in cui i venditori continuano a proliferare. Ricordando pure in epoca precedente le crociate contro i parcheggiatori abusivi, che ancora abusivamente continuano a lavorare. Si può e si poteva fare di più. Certamente. Migliorare è sempre possibile. Ma non è con strumentali campagne di odio ideologico che i problemi si risolvono”.

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Redazione BsNews.it

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