Anche i deputati bresciani del M5S ricordano la strage di Piazza Loggia in Parlamento
Ieri i deputati bresciani del MoVimento 5 Stelle hanno voluto ricordare e commemorare la Strage di piazza Loggia di 3 anni fa. Hanno puntato l’acento sui "troppi segreti di Stato legati a piazza Loggia con un discorso tenuto in aula da Claudio Cominardi, di Palazzolo sull’Oglio".
DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO
"Oggi ricordiamo un evento terribile, ignominioso, la strage di Piazza Loggia. Ma siamo capaci solo di ricordare? Allo Stato 8 morti costano solo un minuto di silenzio. Ma lo Stato dov’era quel giorno?
Beh, lo Stato c’era, eccome! Era presente in piazza nei panni dell’agente del SID Maurizio Tramonte, infiltrato nell’organizzazione terroristica Ordine Nuovo; c’era nella persona del vice questore che ordinò ai pompieri di spazzare con gli idranti la scena del delitto; c’era anche all’ospedale, dove i corpi di reato estratti dai cadaveri sparirono misteriosamente. Lo Stato c’era, ma non era certo dalla parte dei cittadini.
La strategia della tensione, è servita allo Stato per condizionare l’opinione pubblica, e per deviare il corso democratico del paese. Le stragi come quella di Brescia entrano in un contesto fatto di tentativi di sovversione e di golpe che costellarono gli anni di piombo. Golpe come quello dell’Immacolata, oppure come quello ipotizzato nel ’73, dove antidemocraticamente si voleva trasformare la Repubblica Parlamentare in una Repubblica Presidenzialista. Lo stesso presidenzialismo citato nel “Piano di Rinascita” della P2. Lo stesso Presidenzialismo rincorso oggi così sfacciatamente dagli schieramenti di destra e sinistra.
“Bisogna togliere ogni velo e ogni segreto sulla lunga catena di stragi che ha insanguinato la vita della Repubblica", ha detto il Presidente Laura Boldrini ed ha aggiunto: "Senza un pieno accertamento della verità non è possibile riconoscersi in un terreno di valori e di memoria condivisa".
Le vorremo ricordare che il segreto di stato non è opponibile nei procedimenti per strage e che se una cosa le indagini recenti sulle stragi, compiute da Brescia e Milano, ci hanno insegnato è che negli archivi non c’è nulla che porti ad una verità assoluta.
Dire che se si aprissero gli archivi sapremmo la verità è l’ennesimo depistaggio mediatico su cui costruire false aspettative, l’ennesimo affronto al sangue versato. Ci sono prove inoppugnabili che i servizi abbiano coperto decine di esponenti dell’estremismo nero, eppure gli archivi degli apparati sono stati svuotati come denunciano le indagini. Dove sono finite quelle carte, chi le utilizza ancora, quali ricatti sono in grado di esercitare?
Le indagini della procura di Brescia rivelano che due esponenti dell’estremismo coinvolti nelle stragi, Esposti e Rognoni, hanno con certezza avuto stretti contatti con i servizi ma nei loro archivi non c’è nulla di tutto questo.
Questo è il potere che non muore mai, che si autoriproduce nel tempo a protezione di se stesso e dei suoi infiniti giochi di specchi. Si parla tanto di rinnovamento, anche nel mondo degli apparati di sicurezza, ma come possiamo crederci se a capo dei servizi abbiamo Gianni De Gennaro, l’uomo che ha permesso la macelleria del G8, e come sottosegretario con delega ai servizi Marco Minniti che non ha mai nascosto appoggio e amicizia al generale Mori l’uomo della trattativa con Vito Ciancimino e la Cupola?
Ricordare le vittime di quegli anni mentre si continuano a nascondere i fatti e si proteggono i responsabili, non è il migliore dei modi per onorare gli innocenti che ci hanno rimesso la vita. Non potete ripensare il paese senza prima affrontare la verità! «Dire la verità è sempre illuminante» Parole di Aldo Moro, vittima anch’egli di quell’insana ragion di Stato che ancora molti tendono a servire.
Sulla base dei coinvolgimenti dello Stato, ed in particolar modo dei Servizi Segreti, in quest’oscura vicenda, vi invitiamo a lasciare la presidenza del Copasir all’unica vera opposizione, quella che non è satellite dei partiti di Governo: il Movimento 5 Stelle. Questo sarebbe un segno reale, vero, di un cambio gestionale di quello che è l’organo di controllo sull’operato dei Servizi. Compito che spetta per diritto all’opposizione, e che ci spetta maggiormente perché non deriviamo da quei partiti che hanno avuto connivenze con gli apparati deviati dello Stato negli anni bui delle bombe e dei massacri.
Concludo ricordando che il 14 aprile 2012 la Corte d’Assise d’Appello ha confermato l’assoluzione per tutti gli imputati, condannando le parti civili al rimborso delle spese processuali. E’ necessario quantomeno che le istituzioni si facciano carico se la Cassazione dovesse confermare la sentenza d’Appello."