Marco Albanese, il camionista autore del massacro di san Polo a Brescia, successo il 4 marzo 2012, era sano di mente mentre compiva il macabro gesto. «Il perito non ritiene Albanese Mario affetto da patologia psichiatrica rilevante, che possa aver in qualche modo inficiato le capacità di giudizio e volitive», dichiara la perizia disposta dal giudice su richiesta della difesa. L’uomo, lo scorso anno, ha freddato l’ex moglie, il nuovo compagno, la figlia ventunenne di lei e il giovane fidanzato. Una follia omicida fermata solo dall’intervento di un carabiniere fuori servizio che abitava poco distante. Albanese poi tentò il suicidio ma la pistola si inceppò. Ieri è iniziato il processo con rito abbreviato e lì è stato presentato il documento di 31 pagine con le considerazioni clinico-forensi che non rilevano alcuna patologia nell’omicida.
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