Giusto il tempo di firmare e giurare fedeltà alla Costituzione e poi subito a prendere coscienza di quelli che saranno i temi caldi del suo mandato: il neo ministro dell’Ambiente, della Tutela del territorio e del mare Andrea Orlando ha ricevuto dalle mani del suo predecessore Corrado Clini il dossier su quelle che sono le emegenze. Tra queste, oltre all’emergenza-rifiuti, tutt’altro che finita (e continuo oggetto di deferimenti da parte della Corte di Giustizia Europea), all’Ilva di Taranto e allo smantellamento della Costa Concordia, anche la bonifica del suolo inquinato dalla Caffaro tra città e hinterland. Questioni non da poco, alle quali si aggiunge la particolare sensibilità del ministro per la prevenzione del dissesto idrogeologico, per la quale già nel 2010 ha presentato un progetto di legge che ora potrà ripresentare dal Governo. Tanta carne al fuoco, ma poche risorse: il ministero ha infatti a disposizione meno fondi rispetto a tutti gli altri, solo 468milioni di euro. Pochi, briciole se si considera che solo la bonifica del sito Caffaro potrebbe necessitare di 1 miliardo di euro di investimento.
(a.c.)
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