Bigio si o Bigio no, è questo il dilemma che divide l’opinione pubblica bresciana. A tal proposito, sulle pagine del Corsera di Brescia il gallerista Massimo Minini ha espresso il proprio parere (negativo) sul riposizionamento della statua intitolata “L’era fascista” in piazza Vittoria, proponendo un provocatorio “legittimo impedimento”. Anzi, otto. Ecco l’elenco stilato da Minini:
1. Non si può fare sotto il 25 Aprile, sarebbe una provocazione.
2. Non si può fare sotto il 28 Maggio, saremo impegnati in dolorose commemorazioni.
3. Non si può fare sotto elezioni comunali: troppo partisan.
4. Non si può fare per questioni di ordine pubblico, ci sarebbero movimenti di piazza.
5. Non si può fare di fronte a reazioni così precise e motivate.
6. Non si può fare perché si butta via mezzo milione di euro.
7. Non si può fare perché sarebbe sicuramente dipinto con le bombolette.
8. Non si può fare infine perché, diciamocelo, oltre ogni altra considerazione il Bigio è una pessima scultura, anzi solo una statua decorativa, già al servizio di un’ideologia, un po’ come i monumenti a Saddam o Baffone ed in genere tutta l’arte di regime, una statua di quelle che si vedono infrante al suolo quando cadono le dittature.
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