Tutti lo chiamano Bigio, ma il volto e il fisico della ormai celebre statua è ispirata a Silvio Belli, un ragioniere di Pietrasanta, che posò lo scultore toscano Dazzi. Lo svela con un post su Facebook, il nipote del modello, Lorenzo Belli: "Quello che voi bresciani chiamate Bigio è mio nonno". Come racconta il Corsera di Brescia pare che nell’estate del 1930 a Forte dei Marmi, il prestante diciottenne camminasse sulla spiaggia. Arturo Dazzi lo notò e gli chiese di posare per una sua opera."Il nonno accettò subito, giusto per racimolare qualche spicciolo", racconta il nipote. Silvio Belli fu un soldato, ma anche uomo politico. Gli fu conferita la Croce al merito dal presidente Sandro Pertini e fu sindaco di Seravezza per due legislature. Pare fosse anche un esperto enigmista, scrittore, poeta dialettale e un playboy. Quando la statua fu relegata ai magazzini di via Rose, il nipote giura che al nonno non dispiacque. E poi Lorenzo aggiunge che la polemica del rientro della statua lo ha lasciato basito "la statua non raffigura altro che l’ardore di un giovane socialdemocratico alla primavera della sua vita. Mio nonno la pensava così. Ed era un socialista, figuriamoci".
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