Hanno la coscienza a posto e dichiarano di aver fatto tutto il possibile il sindaco Paolo Corsini e l’ex assessore all’Ambiente Ettore Brunelli in merito al caso Caffaro. Corsini è irritato per come è stata trattata la questione nell’inchiesta di Presa Diretta: "Io e Brunelli in diverse ore di intervista avevamo spiegato tutto ciò che l’amministrazione aveva fatto per arginare il problema. Ma non ne è stato dato conto". L’ex sindaco ricorda i 3,5 milioni di euro spesi dalla Loggia dal 2001 al 2008 per togliere la tassa rifiuti ai residenti nella zona inquinata e per finanziare studi epidemiologici (Asl) e sulle matrici ambientali (Arpa). Inoltre ricorda i 3,9 milioni finanziati per metà dal ministero del Tesoro e per metà da quello dell’Ambiente per iniziare una caratterizzazione dell’area e la sua bonifica. Anche Brunelli, riporta il Corriere, ribadisce il ruolo del Comune nella battaglia: "Abbiamo costretto la Caffaro ad emungere i 10milioni di metri cubi di acqua all’anno e depurarli; per questo la Caffaro è stata costretta a spendere 1,5 milioni di euro e ogni anno la nuova azienda che lavora nel sito ne spende altri 500mila per mantenere in funzione il sistema di filtraggio". Il punto irrisolvibile è però la montagna di terra inquinata (30milioni di metri cubi) presente sotto la Caffaro che è impossibile da bonificare completamente.
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