Dopo l’assoluzione dei nove poliziotti imputati del pestaggio di Paolo Scaroni il 24 settembre 2005 a Verona si sono rese note le motivazioni dal tribunale di Verona: da una parte vengono riconosciute le responsabilità delle forze dell’ordine per i tafferugli post artita, la compatibilità tra le ferite di Scaroni e i manganelli, ma ammettono anche che nel corso del processo non é stato possibile risalire con precisione ai colpevoli del pestaggio.
Come riporta il Bresciaoggi lo scritto dei giudici parte dalle condizioni critiche di Scaroni e dell’arma usata, compatibile con il manganello . Stabilita l’origine delle ferite, i giudici parlano della gestione dell’ordine pubblico dopo la partita Verona-Brescia. "Il fatto certo, però, è che il ricorso all’uso della forza attuato con la prima carica non è ordinato, né autorizzato dal responsabile dell’ordine pubblico presente sui luoghi, che, anzi, si vede nei filmati prodigarsi, in gran parte inutilmente, per fermare quell’improvvisa esplosione violenta, tanto da urlare, ad un certo punto, "basta basta”. Ma quel che fa realmente precipitare gli eventi è che non solo avviene questa non autorizzata azione di forza, ma che in quel frangente vengono anche lanciati alcuni lacrimogeni, con una scelta del tutto dissennata e controproducente rispetto all’obiettivo di tutela dell’ordine pubblico, perché da quell’evento consegue il precipitare della situazione in un assoluto disordine pubblico, tanto che è stato necessario constatare come le forze dell’ordine siano diventate un fattore di disordine. Dunque, si deve concludere che la cattiva gestione dell’ordine pubblico è divenuta concausa scatenante di un effettivo problema di ordine pubblico, nel quale si è innestato il fatto gravissimo costituito dal pestaggio gratuito". I giudici riconoscono l’attendibilitá della versione di Scaroni, ma "l’elemento che avvicina fortemente il pestaggio di Scaroni e la squadra degli imputati è che questa si avvia verso la coda del treno in un momento di calma, lo stesso momento di calma che percepisce anche Scaroni e viene fermata nel suo incedere, allorché si scatena lo scontro con i tifosi, mentre si trova nei pressi della scala da cui è appena risalito Scaroni. Tuttavia, questa valutazione logica, non priva di razionalità, non può assurgere al livello della certezza richiesta per una condanna penale". Concludendo i giudici ricordano anche che "sarebbe del tutto arbitrario pretendere di addebitare proprio agli imputati la responsabilità per l’aggressione, perché non vi è certezza circa il fatto che Scaroni e gli imputati si siano incrociati".
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