“L’obiettivo proposto dalla Camera del Lavoro e dal Sunia di Brescia, cui orientare le risposte per affrontare l’attuale emergenza abitativa e il suo espandersi nell’aggravamento della crisi, trova nelle dichiarazioni affidate ai quotidiani dal vicesindaco Rolfi risposte insufficienti e inefficienti, non al livello di responsabilità di una amministrazione comunale e della complessità da affrontare – si legge in una nota della Cgil – questo livello chiederebbe al vicesindaco di spiegare non quello che il Comune ha già fatto, cosa che la CGIL ha riconosciuto pubblicamente o di limitarsi a ripetere che non ci sono più spazi e che i centri per l’emergenza sono tutti pieni, mentre si mantengono 188 alloggi sfitti della Tintoretto e si sono smontate le “casette” disponibili”. “Lo sforzo dovrebbe essere quello di anticipare quale direzione l’amministrazione di una importante città capoluogo come Brescia, intende percorrere per affrontare le sue sofferenze e per ricercare soluzioni alle centinaia che dormono sui treni o nei parcheggi della città, intorno alle case. Questo ci aspettiamo dal Sindaco e dall’Assessore alla Casa. A meno di non pensare, come sembra preferire il Vicesindaco, a operazioni di ordine pubblico quali facili scorciatoie per non affrontare la complessità e l’urgenza posta dai bisogni sociali e abitativi emergenti, evitandosi la ricerca di possibili soluzioni positive. Non solo per trovare la casa a chi è senza, questione che in questa città sta muovendo solidarietà e iniziativa, ma per affrontare i problemi senza abbandonarli all’esasperazione di chi li subisce o si trova, suo malgrado, a doverli affrontare. La separazione fra cittadini e migranti con conseguente discriminazione di questi ultimi ci pare ormai logora, considerando l’illegittimità ormai riconosciuta dalle tante sentenze in materia. Davanti ai problemi del nostro tempo, il punto non è quello di guardare agli abitanti della città e ai loro problemi per individuare chi deve essere escluso e abbandonato; ma quello di governare la città, favorendo sviluppo sociale ed economico. Mettere all’opera la capacità di ricercare soluzioni alle situazioni di maggiore difficoltà, non solo produce benefici per la convivenza sociale, ma, più in generale, può riattivare dinamiche economiche positive in contrasto alla pesante crisi che stiamo attraversando. Fatti i dovuti conti potremmo anche scoprire che ci guadagnano i bilanci pubblici.
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