(a.c.) Sono cose risapute, che da anni a intermittenza si leggono sui gironali, si discutono in tv. Eppure ogni volta fa una certa impressione sentire i racconti di qualche detenuto che, esasperato, chiede aiuto. Il carcere di Brescia attualmente ospita 471 detenuti, con la capienza massima fissata in 206. Gli stranieri sono più della metà, ben 279. Loredano Busatta è un cinquantenne bergamasco che sta scontando la pena a Canton Mombello, e ha deciso di raccontare la situazione del carcere alla Procura di Brescia e alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo.
Busatta vive in una cella di 15metri quadrati in compania di altre tre persone. Il bagno è nella stessa cella, nemmeno nascosto da una porta. Lo scarico del water non funziona e i detenuti sono costretti a utilizzare un secchio. Nella stanza non ci sono armadietti, né mensole, e i vestiti stanno in sacchi neri messi sotto le brande. A peggiorare il tutto la convivenza forzata con un detenuto albanese con problemi psichici che costringe gli altri tre compagni di cella a fare i turni per rimanere svegli a sorvegliarlo. In passato infatti l’uomo è arrivato al punto di ferirsi volontariamente per poi utilizzare il sangue per dipingere le pareti.
Una situazione disumana, denuncia Busatta.
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