"Sta precipitando la situazione delle due aziende municipalizzate del Comune di Manerbio, BBS (Bassa Bresciana Servizi) e ACM (Azienda Comunale Manerbio), e con loro quella dei 23 dipendenti che rischiano non solo di rimanere senza lavoro ma anche di non avere alcun ammortizzatore sociale" fa sapere la Cisl di Brescia. Le due multiutility di Manerbio sono al centro di una complessa partita amministrativo-finanziaria ora nelle mani del Commissario prefettizio Gabriella Mucci. Ieri la Bbs ha comunicato formalmente alle rappresentanze sindacali la volontà di mettere in liquidazione la società, alle prese con un pesante deficit maturato anche per un debito di 2,5 milioni di euro mai saldato dal Comune di Manerbio. Femca Cisl e Filtem Cgil hanno chiesto un incontro urgente con il Commissario che ha in questa fase la responsabilità dell’Amministrazione comunale e che inizialmente aveva garantito il congelamento della partita municipalizzate fino all’insediamento della nuova Giunta. Contemporaneamente i sindacati stanno verificando la possibilità di richiedere per i lavoratori il ricorso a qualche forma di cassa integrazione in deroga.
“Quanto costerà ai cittadini di Manerbio la liquidazione delle municipalizzate?”. Lo chiedono polemicamente i 23 lavoratori delle due multiutility in una lettera aperta – intitolata “Ecco la verità” – recapitata nelle case di tutte le famiglie manerbiesi. La domanda riguarda sia i 2,5 milioni di euro che il Comune dovrà versare per chiudere le società, sia i prevedibili aumenti delle tariffe dei servizi attualmente gestiti da BBS e ACM. “L´affido della gestione del servizio acqua ad A2A – scrivono i lavoratori – ha portato un incremento medio di due terzi delle bollette”. “Tutti i movimenti finanziari delle aziende – precisano i dipendenti – sono stati decisi dal Comune di Manerbio che controlla il 100% di ACM e l´88% di BBS. Il deficit di bilancio è stato dunque deciso a tavolino dai politici” e continuano “Il Comune di Manerbio è paradossalmente debitore di se stesso, ma l´unica soluzione partorita dai vertici è di liquidare 23 lavoratori che non avranno né cassa integrazione, né mobilità. I lavoratori pagano per primi le responsabilità di altri, ma in futuro il costo della dismissione delle società graverà anche sui cittadini di Manerbio. Mensa e trasporto scolastico, distribuzione dei pasti a domicilio agli anziani, distribuzione del metano, manutenzione degli impianti sportivi e degli alloggi sociali: chi gestirà, e con quali prezzi, i servizi attualmente affidati a noi?”.
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