La storia è quella di una ragazza poco più che maggiorenne, arrivata dalla Cina. Una delle tante che lavora in questi "centri massaggi" che in realtà sono le case chiuse contemporanee, ma illegali. Sono dirette queste ragazze, chiedono subito se la prestazione che si vuole è per "godere". Così racconta il Corriere che raccoglie la testimonianza di una giovane cinese che, giorno per giorno, di uomini ne vede passare tanti: uomini, anche sposati, che hanno, in questo centro, un appuntamento fisso. Il giornalista racconta di come le mani vadano dirette al dunque e al rifiuto "voglio soltanto un massaggio", la cinese si incupisca e diventi "triste" e imbarazzata, perché di solito non funziona così. In Cina lavorava in fabbrica per 17 ore, qui se la cava con 12 facendo questi massaggi particolari. Perché agli "uomini italiani piace anche tanto godere…". E i soldi? "Io devo pagare 22mila euro al capo, che mi ha fatto venire qua e che mi deve dare il permesso di soggiorno". E lo sfruttamento continua.
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