Caso termovalorizzatore, Legambiente: “Chiarire irregolarità, sanzionare i responsabili e cambiare rotta”

Legambiente Brescia è preoccupata ma non sorpresa per le gravi irregolarità emerse dal rapporto dell’ARPA per il Comune di Brescia. Di seguito il comunicato con il quale gli ambientalisti spiegano le ragioni della propria contrarietà sulla gestione di A2A del termoutilizzatore.

Le deficienze gestionali e comunicative sottolineate dall’Agenzia sono la conseguenza, peraltro non isolata, di un atteggiamento di compiacente sudditanza della politica nei confronti di A2A. L’azienda, sebbene formalmente controllata anche dal Comune di Brescia, sui rifiuti non è mai stata chiamata seriamente al rispetto del patto implicito sottoscritto con la città al momento della costruzione del TU: rifiuti indifferenziati inceneriti, ma massimo impegno alla crescita della raccolta differenziata e verso pratiche di mitigazione dell’impatto ambientale. Le irregolarità che stanno emergendo testimoniano l’ennesima inaccettabile violazione di quegli impegni.

La relazione ARPA e gli eventuali provvedimenti giudiziari richiamano alle proprie responsabilità l’Amministrazione Comunale, che non può ricordarsi di A2A solo quando si tratta di piazzare suoi uomini negli organi dell’azienda o di affrettarsi ad offrire copertura ai loro magri risultati, gestionali e ambientali. Occorre che il Consiglio Comunale faccia immediatamente piena chiarezza sulla faccenda, fornendo alla cittadinanza un riscontro rigoroso e indipendente sui fatti contestati. Le responsabilità societarie e personali vanno quindi sanzionate. Il TU di Brescia è chiaramente sovradimensionato rispetto alle esigenze del bacino di produzione dei rifiuti della provincia di Brescia, anche con il basso livello di raccolta differenziata attuale. Si tratta dell’impianto oggi più grande d’Europa (800.000 t/anno) rispetto ad un progetto iniziale che prevedeva soltanto 266.000 t di rifiuti all’anno. Il sovradimensionamento ha contribuito a disincentivare la raccolta differenziata e a sottrarre contributi (CIP6) per lo sviluppo delle energie rinnovabili a quelle vere. 

Legambiente è convinta che occorra 

  1. Creare le condizioni affinché si possa procedere in tempi rapidi allo spegnimento di almeno una linea del TU;

  2. Ampliare la raccolta differenziata, seguendo metodi ampiamente disponibili;

  3. Ridurre l’incenerimento dei rifiuti, che potrebbe divenire inutile in presenza di un’efficace raccolta differenziata;

  4. Ridurre la produzione di rifiuti all’origine;

  5. Incentivare il riuso, il riciclo, il risparmio.

Tutti passi facilmente realizzabili ed utili per la società e l’ambiente. Il Comune deve trovare presto il modo per avviare la città lungo questa strada e stimolare A2A a presentare alla cittadinanza nuove e più efficaci misure per l’aumento della quota di raccolta differenziata dei rifiuti.

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Redazione BsNews.it

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