L’Arpa fa le pulci all’inceneritore A2A di Brescia e comunica al comune che le ore di emissioni degli inquinanti nel 2011 sono state superiori ai limiti di legge e, problema maggiore, l’azienda non ha comunicato alle istituzioni competenti i giorni in cui il termovalorizzatore non ha funzionato a dovere. Come scrive il Corriere nel 2011 per 5 intere giornate A2A non ha comunicato il fermo dell’impianto e il pericolo sta nel fatto che dei rifiuti siano stati bruciati nonostante l’impianto di abbattimento fumi non funzionasse a dovere. Un esempio il black out dell’8 agosto, quando la diossina è uscita in misura doppia alla normativa. Sempre nell’anno incriminato ci sarebbero stati poi dei superamenti nelle emissioni di ammoniaca e ossidi d’azoto (un ora e mezza in più rispetto alle 60 previste dalla normativa e l’azienda non ha mandato comunicazione dell’evento. Dal rapporto l’Arpa propone "un approfondimento dei canali di fumo per escludere la presenza di vie preferenziali degli affluenti gassosi bypassando i sistemi di abbattimento" e un maggior controllo sulla qualità dei rifiuti avendo rilevato irregolarità.
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