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Fondi pubblici e stipendi extra. Risponde Mazzatorta: “C’è una delibera, non abbiamo rubato nulla”

"C’è una delibera, non abbiamo rubato nulla". Tuona il sindaco di Chiari, Sandro Mazzatorta, contro le accuse che gli sono state mosse ieri dal quotidiano la Repubblica fondate sull’inchiesta aperta dalla Procura di Roma e guidata dal sostituto procuratore Roberto Felici, dove si accusano alcuni esponenti del Carroccio di aver percepito soldi extra dal fondo del Senato destinato ai gruppi parlamentari. Così Mazzatorta dice la sua al quotidiano Bresciaoggi, confermando le cifre di cui si parla nel pezzo del giornale di Ezio Mauro, ma specificando che "C’è una delibera dell’Ufficio di Presidenza del Senato la quale prevede che il 10 per cento del contributo dato ai gruppi politici sia destinato al funzionamento dell’ufficio di presidenza. Noi al Senato, che riceviamo circa 50mila euro mensili dallo Stato, dovremmo destinarne cinquemila solo alle spese dell’ufficio di presidenza. Ma non è una cosa che fanno solo i leghisti, tutti i gruppi parlamentari erogano contributi al proprio ufficio di presidenza. Anzi noi, che spesso non utilizziamo tutti i fondi a disposizione, siamo fra quelli che percepiscono meno soldi". Mazzatorta è l’attuale tesoriere del gruppo leghista al Senato, in sostituzione di quel Piergiorgio Stiffoni accusato dalla Lega "di aver sottratto dalle nostre casse, -spiega il sindaco – insieme alla sua segretaria Privitera, quasi 1,3 milioni di euro e di cui tuttora attendiamo la restituzione». Lei e Stiffoni, spiega ancora Mazzatorta, sono gli unici indagati per la sottrazione dei fondi al partito del Senatùr, «noi, invece, siamo parte lesa".

Conferma che è vero che entrò nell’ufficio della Privitera, ma che lo fece solo per preservare le prove delle loro azioni. e che venne pesino coinvolta  la società «Price Waterhouse» di Roma – utilizzata anche nel caso «Parmalat» – per "effettuare una verifica contabile interna. Portai personalmente il rapporto della Price al procuratore di Roma Alberto Caperno titolare dell’inchiesta – deceduto a causa di un infarto ad ottobre dello scorso anno – che si complimentò con noi per aver agevolato il lavoro della Procura". 

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Redazione BsNews.it

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