(a.c.) La’ dove c’era il bosco ora non c’è altro che una distesa piatta, 45mila metri quadrati al confine tra Clusane d’Iseo e Paratico. Una distesa piatta ancora per poco, visto che presto entreranno in azione le ruspe per edificare il complesso della Costa Verde, 48 alloggi, piscine e parcheggi, il tutto a poca distanza dal lago.
Gli attivisti di Legambiente, capitanati dal circolo Basso Sebino si preparano a dare battaglia: un primo sit-in di protesta è già stato organizzato per sabato 12 gennaio alle ore 11. Nel frattempo gli ambientalisti affilano le armi legali e si preparano al ricorso al Tar. Secondo Dario Balotta, presidente del circolo, la società che ha intrapreso i lavori ha legittimamente ottenuto i permessi per farlo, ma il benestare l’avrebbe ricevuto solo quando era già in vigore il Piano Territoriale Regionale che ha espressamente qualificato l’area su cui insiste il progetto come "corridoio ecologico da salvaguardare". Già, il nodo sta proprio qui: la zona interessata dalla costruzione del villaggio è l’ultima fascia utilizzabile dai grossi rospi "bufo bufo", protetti dalla Convenzione di Ginevra come fauna minore (anche se sono anfibi giganti) che scendono dal monte Alto verso l’acqua. A marzo i rospi si riprodurranno, e lo faranno raggiungendo le acque acquitrinose a riva: per allora gli ambientalisti vogliono risposte circa la loro legittima (stando al Piano Regionale) richiesta di salvaguardia.
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