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Rimborsi illeci in Regione, Peroni, Parolini, Ligasacchi, Rizzi: tutti tranquilli. “L’indagine servirà a fare chiarezza”

Promettono di spiegare tutto e di fare chiarezza sui rimborsi Margherita Peroni, Mauro Parolini, Vanni Ligasacchi e Monica Rizzi, i quattro consiglieri e assessori bresciani del Pirellone indagati dalla Procura di Milano per peculato. Sentiti dal quotidiano Bresciaoggi, sembra che ognuno di loro sia tranquillo di fronte alla possibilità di spiegare davanti al giudice le proprie spese. A Margherita Peroni (Pdl) ne vengono contestate per oltre 80 mila euro: “ Sono sempre stata trasparente. Chi fa politica e amministra la cosa pubblica deve rispondere prima di tutto alla propria coscienza e ai cittadini. Questa indagine servirà per fare chiarezza”. Altrettanto tranquillo anche il compagno di partito Mauro Parolini, al quale vengono contestati (solo) 16 mila euro: “ Tutti i rimborsi sono stati presentati perchè strettamente legati a spese sostenute per la mia attività politica e istituzionale. Ho sempre agito nel rispetto delle norme”. A Vanni Ligasacchi invece, lo stesso che qualche tempo fa aveva chiesto di migliorare il regolamento sui rimborsi per renderlo più preciso, non vanno giù i 3 mila contestati dalla Procura per pieni di benzina, tre cene e quattro libri e ha Bresciaoggi dichiara: “ Io mi sono attenuto scrupolosamente alle norme che venivano applicate e comunque mi sono sempre fatto guidare dalla moralità. Tra i miei scontrini non troverete mai nulla di bizzarro, ma solo spese fatte nell’ambito del mio impegno istituzionale”. E’ di poche parole la leghista Monica Rizzi che si limita a commentare i 25 mila euro contestati dalla Procura con poche battute: “In 60 mesi ho speso 86 euro ogni 30 giorni, quando ne avrei avuti a disposizione 700. Tutte spese istituzionali che sono state vagliate e passate dagli uffici. Nessun rimborso folle e le cene politiche mi sono costate al massimo 700 euro per 70 coperti”. Intanto l’inchiesta della procura potrebbe allargarsi anche ad altri gruppi della minoranza. A tal proposito, sempre dalle pagine di Bresciaoggi, il capogruppo dell’Udc Gianmarco Quadrini ammette: “Non mi stupirebbe se l’inchiesta fosse allargata a tutti i gruppi. Del resto tutti abbiamo seguito lo stesso regolamento che oggi per i magistrati non seguirebbe la legge”. Sembra infatti che il resto dei gruppi in Regione avesse sostenuto spese ben più alte della maggioranza. Se un consigliere Pdl in media percepiva poco più di 20 mila euro di rimborsi annui e un leghista fino a 30 mila, all’Udc si arriverebbe a toccare i 34 mila, al Sel 24 mila, Idv quasi 16 mila e Pd oltre 28 mila.

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Redazione BsNews.it

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