Ha infiammato nuovamente l’aula di Palazzo Broletto, questa mattina (QUI LA PUNTATA PRECEDENTE), la mozione presentata dal Partito democratico per chiedere al presidente dell’ente Daniele Molgora di ritirare le deleghe al vicepresidente Giuseppe Romele (Pdl), indagato nell’ambito di un’inchiesta sul finanziamento illecito ai partiti che ha preso le mosse dall’affaire Nicoli.
Al momento di discutere la Lega Nord ha abbandonato il consiglio, e così il presidente Daniele Molgora che ha giustificato l’uscita spiegando che “non sono questioni che riguardano la Provincia” (mentre gli assessori del Carroccio Dotti, Prandelli, Razzi e Bontempi sono rimasti in aula). Una mossa criticata dal Pd e dalle altre forze di opposizione (anche se Udc e, a sopresa, l’Italia dei valori hanno annunciato l’astensione). “La verità è che Molgora e la Lega sono scappati per non votare a favore”, ha dichiarato il capogruppo del Partito democratico Diego Peli, il cui intervento è stato interrotto più volte dagli improperi di Gianpaolo Mantelli. Il capogruppo Udc Roberto Gitti ha parlato di atteggiamento “furbesco e pilatesco” del Carroccio, mentre Francesco Mazzoli ha invitato Romele a prendersi una pausa sul versante istituzionale.
Sul fronte opposto il Pdl ha difeso Romele. Durissima la reazione di Mantelli, che di fronte alla richiesta del capogruppo Pd Diego Peli ha letteralmente perso le staffe (scusandosi poi per i toni), pur sottolineando che “con un rinvio a giudizio le cose sarebbero diverse”. D’Azzeo, ancora, ha citato il caso Pasini, “che si è dimesso a fronte di un avviso di garanzia e 20 giorno dopo si è scoperto che non aveva fatto nulla”. Mentre Lucio Facchinetti ha spiegato che “il vicepresidente potrebbe anche dimettersi, ma questo attiene alla sua sfera personale” e ha bacchettato il presidente Molgora per la decisione di non partecipare alla discussione sull’argomento. “Ha fatto la cosa più sbagliata”, ha incalzato Mantelli.
Al momento del voto, quindi, è scattata anche una piccola polemica sulle modalità di espressione. Il presidente Bruno Faustini ha dichiarato di non poter accogliere la richiesta del consigliere Giulio Arrighini di voto segreto. Parole contestate, richiamandosi al regolamento, dal Pd (Fabio Ferraglio e Pierluigi Mottinelli). Quindi una breve sospensione della seduta per approfondire la questione. Alla ripresa Faustini ha ribadito la sua interpretazione annunciando comunque la possibilità, sentiti i capigruppo, di procedere con il voto segreto. Così è stato. Al dunque i favorevoli sono stati 10, i contrari 12 e gli astenuti 2. Insomma: a salvare Romele sono state le astensioni dell’Udc ("hanno ricevuto ordini dall’alto", ha commentato maliziosamente qualche esponente del Pd) e l’uscita dall’aula del dipietrista Luca Pelizzari (oltre alla Lega, che non ha partecipato alla discussione e al voto).
Dopo la votazione Romele ha preso la parola per ringraziare l’aula per il dibattito, spiegando di sperare che si possa arrivare alla verità giudiziaria in tempi brevi.
Tragedia sfiorata nel pomeriggio di ieri all’interno del carcere di Brescia “Nerio Fischione”, dove un…
Si è svolta Lunedì 29 Aprile 2024 presso Palazzo “Novello” a Montichiari (BS) l’Assemblea ordinaria…
Per tutta la giornata di ieri il sito ufficiale del fascicolo sanitario elettronico gestito dalla…
Pubblichiamo in questo articolo l'elenco aggiornato dei centri polidiagnostici e dei punti prelievo di Synlab…
E' una vicenda davvero inquietante quella che arriva dalla Bassa bresciana, dove un 19enne italiano…
È un triste record, purtroppo noto e contro cui da tempo combattono cittadini e associazioni…