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Bragaglio (Pd) rilancia sulle primarie: no alla rottura del centrosinistra

“Per la Loggia le primarie. No alla rottura del centro sinistra”. Con una nota il consigliere comunale del Pd Claudio Bragaglio torna a intervenire sulla questione primarie, invitando il suo partito a scegliere il candidato attraverso un confronto aperto con gli elettori e le altre forze di centrosinistra.

ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO

Nel leggere anche le ultime uscite politiche sulla Loggia ho avuto l’impressione – spero sbagliata – di sentir forte il coro dell’Aida: “partiam…partiam”. Ovvero “primarie…primarie”. Con un gran pestar di piedi sul palco, ma d’un teatro. Tutti a cantare, compreso il Radames, con la loro luccicante lancia in mano, mentre in realtà da mesi nessun si muove.

Si dice: il programma di governo del centro sinistra per definire le alleanze. Giusto. Ma perché in questi otto mesi non è stata stesa una sola riga di tale programma, su cui poter verificare le alleanze in un confronto aperto con la città? Si ripete, appunto: primarie…primarie. Ma perché, pur in presenza d’una deliberazione unanime del PD bresciano, assunta a luglio, non sono state ancora promosse, scendendo dal palco d’un teatro per misurarsi unitariamente con la città, con le sue piazze ed i suoi quartieri? Semplici domande, senza risposte.

Si dice d’una peculiarità bresciana, ma in cosa si differenzierebbe rispetto alla proposta di alleanze fatta da Bersani, confermata dalle primarie? E cosa dice di più e di meglio, tale peculiarità, rispetto al “patto civico” di Ambrosoli in Lombardia che unifica il centro sinistra e il miglior civismo lombardo? Che tale Patto va bene per tutta la Lombardia, ma evitando di passare per la Loggia?

In una recente conferenza stampa, Lombardi (Sel) e Cipriano (Psi) hanno posto le questioni nel modo più chiaro e convincente: convocare subito il tavolo dei vari soggetti del centro sinistra e dei civici per definire programma e primarie. In quella sede si definiscano i perimetri della alleanza e si assumano responsabilità. La stessa risposta di Fenaroli, che si mette positivamente in gioco con Sel e la sua Civica, m’è sembrata condivisibile, considerata anche la sua disponibilità ad alleanze con il centro.

Se in tutta Italia e in Lombardia si registrano le convergenze d’un centro sinistra di governo, mi risulta difficile vedere difficoltà per Brescia. O dobbiamo forse amaramente constatare che il famoso “laboratorio bresciano”, che ha anticipato processi anche nazionali, oggi è in una situazione più arretrata o dissonante rispetto alla linea di Bersani o di Ambrosoli? Anche per il programma stesso non esistono per la Loggia temi che possano per davvero essere motivo di divisione. Penso che anche il giudizio particolarmente critico espresso in Consiglio da Laura Castelletti sul Documento per A2A possa essere recuperato.

Il continuo richiamo al ruolo di Rifondazione mi sembra invece un argomento strumentale. Anche su questo non vi sono ambiguità di sorta, visto che oltretutto tale forza s’è chiamata fuori e lavora in una diversa direzione. Non so se l’affermazione di Lombardi con riferimento ad una forza civica che pretende di avere le chiavi dell’ unità o della divisione del centro sinistra abbia un qualche fondamento. Spero di no. Ma una cosa è certa. Se tale fosse il motivo per impedire la convocazione delle primarie e quindi per dividere a Brescia il centro sinistra, mi sembrerebbe una posizione particolarmente grave ed insostenibile. Autolesionista. Diviso a Brescia mentre si trova unito nelle prossime elezioni politiche e in Lombardia. Ci troveremmo così a dover sostenere nella stessa campagna elettorale posizioni divaricanti nel centro sinistra: da una parte l’unità nelle elezioni politiche e regionali, dall’altra una divisione per le elezioni in Loggia.

Nessuno ha messo in campo l’unità delle sinistre. Nessuno. In campo vi è solo una scelta ben precisa: o l’unità dell’alleanza di centro sinistra e civiche o la divisione. Non altro.

Per questo penso che l’unica prospettiva positiva sia quella di imboccare senza riserve e con coraggio politico la strada maestra d’un programma di governo e primarie per la scelta del candidato sindaco. E sulla base non di una sola designazione di partito, ma d’una legittimazione partecipativa dei cittadini, in alternativa alla Giunta Paroli.

Emilio Del Bono in una sua recente conferenza stampa ha detto che prima viene il programma e poi le primarie. E che lui di questo si fa protagonista, non sottraendosi alla sfida del confronto. Io penso che tale suo autorevole impegno lo si debba prendere alla lettera. Con lealtà, ed esattamente così.

 

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Redazione BsNews.it

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