(a.c.) Di professione manovale-tuttofare, stava eseguendo i lavori di trasloco per un cliente. Fermo in prossimità di un semaforo, nota sulla palina un adesivo della Lega, estrae un lungo coltello e si mette a raschiarlo per toglierlo. Caso vuole che a notare la scena ci siano due agenti di Polizia Locale, che lo fermano e denunciano per porto ingiustificato di armi atte ad offendere. Era il 29 dicembre dello scorso anno (leggi la notizia di allora: clicca qui) ed ora, a 11 mesi di distanza, si è celebrato il processo con rito abbreviato, terminato con la condanna del pagamento di 500 euro di multa. A nulla è valsa la difesa dell’avvocato del manovale quarantenne (se non ad evitare la pena di 2 mesi e 20 giorni di condanna chiesta dal pubblico ministero), che ha ribadito al giudice che il suo assistito aveva il coltello perché impegnato nel trasloco.
Questa la vicenda che ha portato l’associazione «Cittadini e cittadine di Brescia» alla protesta, andata in scena direttamente nel Palagiustizia. La storia, riportata nell’edizione odierna di Bresciaoggi, ha sollevato l’indignazione dell’associazione, che non si spega perché la giustizia, già così in sofferenza per le migliaia di processi in corso, processi che durano anni e anni, debba "perdersi" con una vicenda tuttosommato trascurabile. Perdipiù considerando che l’uomo stava solo staccando un adesivo da un palo di proprietà pubblica.
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