di Bruno Forza – Bagnata dal cielo, riempita di passione e adornata di fiori. Sabato pomeriggio abbiamo visto così la nuova curva Nord del Rigamonti, cuore pulsante del tifo bresciano. È stato un battesimo coi fiocchi, con la pioggia a benedire il nuovo spicchio di stadio, gli irriducibili supporters a sfidare il clima avverso e i rivali piemontesi a posare ai piedi degli spalti un mazzo di fiori nel ricordo di Vittorio Mero, vercellese doc.

La gara è stata oltremodo noiosa e avara di spunti. A ispirare riflessioni e sogni ci ha pensato quella curva blu con una grande V bianca, una gemma che spicca in un museo delle cere da troppi anni al centro di discussioni senza soluzione.

Nel programma elettorale della giunta Paroli c’era la promessa di mettervi una croce sopra aprendo il sipario su una grande e ambiziosa opera come la Cittadella dello sport. Il progetto, però, è rimasto nel cassetto, e forse è meglio così, perché quella curva e l’entusiasmo che la circonda possono fare da traino ad un’altra soluzione, quella della ristrutturazione del Rigamonti. L’esempio c’è, ed è quello del Braglia di Modena a cui si è ispirato il progetto Curva Nord, costato circa 700mila euro e realizzato in pochi mesi grazie all’intervento di finanziatori privati e sponsor. E se i lavori venissero estesi alla totalità dell’impianto? Questo consentirebbe a Brescia di avere uno stadio nuovo a costi di gran lunga ridotti rispetto ad una struttura da realizzare da zero. L’abbattimento delle vecchie tribune, inoltre, aprirebbe nuovi spazi per parcheggi e verde pubblico rendendo la zona più bella ed evitando di congestionare le vie di Mompiano come è avvenuto in passato, soprattutto in ottica serie A, dove prima o poi dovremo tornare.

L’idea piace ai tifosi, che sognano da anni di avvicinarsi fisicamente al terreno di gioco e piace alla squadra, che ha già potuto assaporare la carica ricevuta da tribune all’inglese. Piacerebbe anche a Corioni e alle casse della Loggia, che potrebbe finalmente contare su uno stadio all’avanguardia da aprire alla città, e non esclusivamente al Brescia Calcio.

Invitare la Nazionale, aprire le porte per le finali provinciali giovanili, consentire ai grandi eventi dello sport di base di poter disporre di uno scenario di prim’ordine e, perché no, sfruttare il Rigamonti anche d’estate, organizzando concerti di spicco ed eventi. Solo così lo stadio dei mille e indimenticabili ricordi diventerebbe la casa del calcio bresciano, mentre oggi è un’antica cattedrale cittadina utilizzata una ventina di giorni all’anno. Da non sottovalutare il complessivo ritorno economico, da reinvestire per sostenere i cosiddetti “sport minori” e l’attività giovanile.

Chi sarà chiamato a governare la città non potrà tirarsi indietro sul tema Rigamonti. In attesa di sviluppi i tifosi bresciani si preparano – tempo permettendo – ad inaugurare la nuova curva sfoggiando la coreografia rinviata sabato scorso. Contro la Ternana con ogni probabilità quella curva sarà piena, un segnale importante di questi tempi in cui gli stadi sono sempre più vuoti. Sarebbe bello intitolarla a Vittorio Mero, per conservare il profumo di pioggia, fiori e passione del primo giorno.

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Redazione BsNews.it
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