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Legambiente: “Qualità dell’aria e produzione di rifiuti i talloni d’Achille. Bene il trasporto pubblico. Ciclabilità da primato per estensione, ma le piste sono pessime”

Di seguito pubblichiamo il comunicato stampa con le considerazioni del circolo bresciano di Legambiente in merito allo stato ambientale di Brescia evidenziato nel Rapporto Ecosistema Urbano 2012. 

 

 

Dai dati forniti dal Rapporto Ecosistema Urbano 2012 emerge una chiara panoramica dello stato ambientale della nostra città che non ci è inedita, perché da sempre monitoriamo la situazione della città e perché, nello specifico, abbiamo avuto l’occasione di osservare i dati forniti dall’amministrazione comunale durante le fasi della loro elaborazione.

È chiaro che Brescia non è riuscita a fare un passo di qualità (fondamentale, dal momento che a giovarne sarebbe la salute dei cittadini) nella gestione delle proprie criticità ambientali: se l’anno scorso infatti il tasso di ecosostenibilità di Brescia era del 49,71% quest’anno è sceso al 49,61%. Un trend che evidenzia un dannoso immobilismo dell’amministrazione comunale, ma in tema di ambiente non ci si può accontentare di non peggiorare.

Le problematiche più evidenti sono quelle riguardanti lo stato dell’aria e la produzione dei rifiuti. La situazione dell’inquinamento atmosferico rimane un problema centrale della città: lo dimostrano i livelli di polveri sottili (PM10) nell’aria che sono oltre i limiti di legge e si attestano su una media annua di 42,5 mg/mc (Bolzano e Sassari, le città più virtuose, ne hanno solo 18,7); dalla quantità di biossido di azoto che raggiunge livelli medi annui del 52,7 mg/mc (i limiti di legge impongono come massimo il valore di 40 mg/mc) e dal numero di giorni all’anno (79) di superamento della soglia di 120 mg/mc di ozono nell’aria che è tre volte il valore obiettivo per la protezione della salute umana (25).  Per quanto riguarda il tema dei rifiuti, Brescia si caratterizza per una produzione annua pro capite tra le più elevate tra le città medie (36° posto con 728,1 kg/ab all’anno) e ciò che preoccupa è soprattutto la raccolta differenziata ferma al 40,3% (che è addirittura peggiorata rispetto all’anno scorso, quando era al 40,4%): questa cifra infatti non fa soltanto emergere l’incredibile distanza esistente tra la nostra città e il 72,4% della prima classificata Novara, ma mostra anche quanto Brescia sia ancora distante dall’obiettivo di legge che già per il 2010 fissava il raggiungimento del 55% di rifiuti differenziati sul totale dei rifiuti prodotti.

Tra i parametri che ci fanno guadagnare posizioni in classifica invece spiccano elementi legati alla mobilità, come l’offerta di trasporto pubblico locale (162 passeggeri per abitante trasportati annualmente), la presenza di piste ciclabili (13,96 metri di piste ciclabili ogni 100 abitanti) e il primo posto nella classifica che misura l’indice di ciclabilità. È però fondamentale fare una precisazione: i dati del Rapporto sono in grado di misurare solamente “l’estensione dei percorsi ciclabili e non il grado di sicurezza, la funzionalità e la distribuzione all’interno della città”. Le condizioni in cui versa la rete delle piste ciclabili cittadine sono infatti estremamente critiche: i percorsi per coloro che scelgono la bici sono sempre di meno (l’anno scorso erano 17,51 metri ogni 100 abitanti) e non sembrano destinati ad aumentare (soltanto il mese scorso il vice-sindaco Rolfi annunciava la riduzione dei fondi destinati alla costruzione di piste ciclabili da 2 milioni a 50 mila euro), scollegate fra loro e, soprattutto, pericolose.Brescia inoltre non è virtuosa per quanto riguarda l’estensione delle isole pedonali (solo 0,13 mq per abitante) e il numero di auto circolanti nelle strade della città (siamo al 25° posto con 63 auto/100ab.). Da questo punto di vista, Legambiente Brescia ha già sottolineato più volte gli effetti estremamente negativi sul trasporto pubblico di progetti come il parcheggio sotto il Cidneo: queste decisioni spingono infatti i cittadini a rinunciare all’uso del mezzo pubblico a favore del mezzo privato.

La nostra città è storicamente prima in classifica per estensione della rete del teleriscaldamento, ma forse oggi questo parametro andrebbe rivisto in termini di importanza, in quanto ben più importante è l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio. Inoltre le moderne tecnologie di produzione del calore hanno rendimenti più elevati rispetto alla rete di teleriscaldamento esistente, non è dunque auspicabile un ulteriore ampliamento delle volumetrie riscaldate con questo sistema.

Il Rapporto presenta anche altri dati positivi sullo stato ambientale cittadino, ma nel complesso illustra con chiarezza quante criticità ambientali debbano ancora essere risolte nella nostra città. Il posizionamento a metà classifica e soprattutto i ritardi evidenziati dal Rapporto nei confronti di altri centri urbani italiani dimostrano infatti che Brescia ha ancora molto lavoro da fare per diventare una città realmente sostenibile e all’avanguardia dal punto di vista ambientale. 

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Redazione BsNews.it

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