(a.c.) Un passato importante, una storia significativa nel tessuto provinciale degli istituti superiori ad indirizzo tecnico, la scuola di decine e decine di migliaia di ragazzi, ora uomini, lavoratori e imprenditori che hanno fatto la fortuna della Brescia industriosa degli ultimi decenni. Tutto questo può essere cancellato semplicemente dal cambio del nome dell’istituto? Evidentemente no, ma forse non c’era nemmeno l’esigenza di cambiarlo, oppure se proprio si doveva si poteva fare in modo di accorpare i nomi dei due istituti, come è stato fatto altrove (Abba-Ballina, ad esempio). L’ipsia Moretto dopo la fusione con l’Itis Castelli ha perso il nome. Ora le due scuole si chiamano entrambe "Iis castelli", ma c’è chi non si rassegna, stiamo parlando di Fabio Ondelli, che siede nella giunta del Consiglio Scolastico Provinciale.
Il consigliere ricorda che a suo tempo, quando si iniziò a ragionare sulla fusione, aveva avuto rassicurazioni sul mantenimento delle identità delle due scuole. Rassicurazioni che però non hanno avuto seguito, ed è per questo che Ondelli si è deciso a scrivere al direttore del Consiglio scolastico regionale (Usr), il nostro Giuseppe Colosio, e a quello dellUfficio Scolastico Territoriale, Maria Rosa Raimondi. Sarà dura, certo, tornare indietro, ma il consigliere ci vuole provare.
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