(a.c.) Due ore di terrore, e poi le minacce continue, durate addirittura due mesi. E’ finita solo nei giorni scorsi la brutta avventura di un imprenditore 45enne del settore agroalimentare residente nella Bassa Bresciana. Durante l’estate l’uomo fu assalito, picchiato e rinchiuso nel bagagliaio di un’auto per più di due ore, legato e imbavagliato, infine liberato nella campagna di Orzinuovi ma solo dopo aver promesso il pagamento di 50mila euro di riscatto per avere salva la vita.
Solo dopo due mesi di indagini i carabinieri di Verolanuova che hanno nel massimo riserbo condotto l’operazione sono giunti all’arresto dei due responsabili del sequestro-lampo, due immigrati kosovari di soli 24 e 25 anni, domiciliati a Roccafranca. L’unico indizio fornito dall’imprenditore era sull’origine slava dei due banditi. Grazie alle intercettazioni telefoniche (i due hanno chiamato frequentemente la vittima, per la riscossione dei 50mila euro), i militari sono giunti ad individuare i loro nomi.
A quanto pare i due kosovari hanno scelto di sequestrare l’imprenditore grazie alle indicazioni fornite loro dai connazionali che lavorano alle sue dipendenze. L’accusa, pesantissima, è di sequestro di persona.
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