Sabato sera, il “rottamatore” del Pd – e sindaco di Firenze – Matteo Renzi arriverà a Brescia. L’appuntamento è per le 21 all’auditorium del liceo Leonardo di via Balestrieri. Ed è facile immaginare che si registrerà il tutto esaurito. Per il momento a schierarsi con Renzi sono stati soprattutto giovani, militanti di base del Pd e amministratori di piccoli comuni, tra cui il sindaco di Paderno Antonio Vivenzi, quello di Capriano Claudio Lamberti, Laura Venturi, Rocco Vergani, Filippo Filippini, Nicolò Gatta e Nicola Del Bono (qui la pagina Facebook dei renziani bresciani). Mentre i big del partito bresciano, in particolare quello cittadino, sembrano volersi tenere alla larga dall’iniziativa. La vera incognita, infatti, è quanti saranno i nomi di rilievo presenti all’appuntamento. Ci sarà forse il segretario provinciale Pietro Bisinella, non ha mai nascosto simpatie per Renzi, ma che oggi è schierato chiaramente con il suo principale avversario alle primarie, Pierluigi Bersani. Diversa valenza potrebbe avere invece la presenza di Alfredo Bazoli, che molti danno in avvicinamento al sindaco di Firenze. E non a caso, forse, proprio oggi sul Foglio è uscito un articolo (“Renzi o Bersani tra i poteri che contano”, poi ripreso da un post del blog Cerazade intitolato “Renzi o Bersani? Per chi vota Bazoli (junior)”) in cui si prende il consigliere comunale del Pd bresciano a emblema dell’incertezza dei tanti bersaniani che nelle prossime settimane potrebbero fare il salto della staccionata.
“Qui a Brescia – racconta Bazoli jr. a il Fatto – sia nel mondo politico sia nel mondo extrapolitico c’è grande attenzione e cautela rispetto alle primarie. Tutti sono alla finestra a studiare i percorsi e i progetti e tutti sanno che Renzi e Bersani rappresentano due alternative vere per guidare il Pd e magari un domani il paese. Il paradosso della sfida, a mio avviso, è che Bersani, dal punto di vista dell’unità del partito, è forse la persona giusta per guidare il centrosinistra mentre Renzi forse è la persona giusta con cui vincere le elezioni, pur avendo meno possibilità di Bersani di vincere le primarie. Detto questo confesso che, personalmente, il discorso di Renzi a Verona mi ha molto affascinato. Mi sono riconosciuto in quelle parole e in quei riferimenti espliciti alla rivoluzione blairiana e non escludo che, anche per questo, alla fine alle primarie potrei scegliere di votare proprio per il sindaco di Firenze”.
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