“Per…corri la Pace” ha fatto correre oltre 100 bresciani da Brescia a Ginevra
Si è conclusa ieri l’edizione 2012 di Per…corri la Pace, che ha portato a Ginevra oltre cento tra ciclisti, runner e accompagnatori.
La manifestazione era organizzata dalle Acli provinciali di Brescia, in collaborazione con US Acli e gli Amici della Bici, ed ha avuto il patrocinio del Ministero degli Esteri, della Consulta per la Pace, per i diritti umani e la solidarietà tra i popoli del Comune di Brescia, e della Provincia di Brescia.
Il gruppo è partito dal Broletto a Brescia nella mattina di sabato 15 settembre, ed ha viaggiato percorrendo 480 km totali (su itinerari distinti tra ciclisti e runner) per tre giorni interi, fino ad arrivare nella città svizzera nel primo pomeriggio di lunedì 17 settembre.
I ciclisti (una sessantina più alcuni accompagnatori e autisti dei furgoni) hanno diviso il viaggio in tre tappe: 205 km da Brescia a Domodossola, 130 km domenica da Domodossola a Sion passando per il passo del Sempione a 2005 metri, 140 km lunedì da Sion a Ginevra. I runner invece hanno corso ininterrottamente (in turni di 2 corridori alla volta di 2 ore ciascuno con 10 ore di pausa) da sabato mattina fino alle 12 di lunedì, accompagnati da cinque camper. Hanno transitato anche per Bergamo dove sono stati salutati da Mons. Francesco Beschi.
Tutta la delegazione è poi stata accolta a Ginevra dal Console Generale Andrea Bertozzi, e dai funzionari dell’UNHCR (l’Alto Commissariato per i diritti umani dell’ONU) Ignazio Matteini e Guido Ambroso. Nella mattinata di martedì 18, i bresciani hanno incontrato i già citati funzionari dell’UNHCR (che hanno presentato la loro organizzazione e la situazione dei rifugiati nel mondo) ed il ricercatore italiano al CERN Marco Cirelli, per riflettere sul tema scienza e pace.
Il bilancio dell’iniziativa è senz’altro positivo da tutti i punti di vista. E’ stata un’ottima occasione per riflettere e sollecitare l’attenzione (anche delle comunità che abbiamo incontrato lungo il percorso, compresi alcuni comitati di italiani emigrati in Svizzera) sui temi dei diritti umani – con particolare attenzione alla situazione dei profughi e dei rifugiati – e della scienza come strumento di pace e di cooperazione tra i popoli.