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Broletto, Peli (Lega) all’attacco: Monti saccheggia il Nord, le nostre scuole rischiano di restare al freddo

(a.t.) Il clima, non solo meteorologico, è oggi scottante. Ma per la provincia di Brescia il prossimo inverno potrebbe essere gelido come mai. Senza riscaldamento per le scuole e senza sale per le strade in caso di nevicata. A ribadirlo è l’assessore all’Istruzione e Famiglia Aristide Peli, reduce da un incontro – avvenuto ieri – tra le Province lombarde per fare il punto sugli effetti della spending review montiana. “Quello che Monti sta portando avanti”, tuona l’esponente del Carroccio, “è un vero e proprio saccheggio del Nord: non è accettabile che si taglino decine di milioni di euro (9 sul 2012, 20 sul 2013) a Brescia e nel contempo se ne regalino 400 alla Sicilia. Oltretutto senza capire che i nostri enti, domani, rischiano di non essere più in grado di erogare servizi essenziali per i cittadini”.

Diversi i nodi affrontati dai delegati delle dodici Province lombarde nell’ultimo vertice. Innanzitutto la questione degli accorpamenti, un nodo che dovrà essere sciolto entro il 12 ottobre. “Sulla base dei parametri definiti dal governo (estensione territoriale e numero degli abitanti)”, chiarisce Peli, “molte Province lombarde dovranno scomparire. La proposta che avanzeremo entro settembre al Comitato delle autonomie locali sarà quella di tenere comunque conto delle specificità territoriali”. Diverse le ipotesi in campo. Tra cui, pare, quella di dar vita a quattro macro-realtà: Milano e hinterland, area montana, area della bassa e Brescia-Bergamo. “Personalmente”, commenta, “sono contrario a questa eventualità. Noi al tavolo diremo che la Leonessa va bene così, senza accorpamenti. Ma valuteremo eventuali richieste. Partendo dal fatto che sarebbe comunque più ragionevole dialogare con Cremona e Mantova. In qualsiasi caso”, conclude, “troverei più interessante una riorganizzazione complessiva che parta dalle Regioni: il Molise, con i suoi 300mila abitanti, ha ancora senso? E ancora: perché non pensare a una regione del Garda con Brescia, Mantova, Verona e Trento?”.

Ma i nodi principali, secondo Peli, sono altri. A partire da quello del rapporto fra Provincia e territorio. “Se questo ente ha un senso”, chiarisce, “deve rimanere di primo livello, con l’elezione diretta dal presidente da parte dei cittadini. La legge prevede per Brescia un consiglio di 16 persone nominate dai sindaci dei 206 Comuni, con il capoluogo che avrebbe un ruolo determinante sia che incluso in questo organismo, sia che – paradossalmente – ne resti fuori. Inoltre”, incalza, “chi avrà il coraggio di assumersi la responsabilità di questo ruolo con un rimborso di 1.200 euro, senza fondi per i servizi e senza nemmeno la possibilità di poter nominare una giunta che lavori insieme a lui?”.

Pesanti, infatti, saranno le ricadute concrete delle ultime decisioni del governo. “Irma”, chiarisce l’esponente leghista, “ha nove chilometri di strade provinciali. Senza quest’ente chi se ne occuperà? Riusciranno mai a coprire una buca?”. Ma già oggi i sacrifici che vengono chiesti alla Leonessa sono significativi. “Quest’anno”, spiega, “non abbiamo ancora finito di tagliare l’erba sul ciglio delle strade montane, mentre in precedenza a fine agosto avevamo già provveduto due o tre volte. I cittadini cominciano a capire quali sono gli effetti della cura-Monti. Ma le conseguenze potrebbero essere ben peggiori. A settembre”, lancia l’allarme, “rischiamo di non avere i soldi per riscaldare le scuole e le scorte di sale che abbiamo dallo scorso anno, in caso di nevicate anticipate, ci permetterebbero di pulire le strade per un paio di settimane. Poco più”.

Infine la questione dei pagamenti alle imprese. “Abbiamo in cassa quasi 200 milioni di euro”, dice Peli, “e – per i vincoli del patto di stabilità – siamo comunque costretti a pagare le imprese con sei mesi di ritardo. E’ assurdo, con le aziende in difficoltà, che gli enti pubblici non saldino ai privati quanto dovuto. Come Province abbiamo chiesto a Monti una svolta vera. Nel 2003 Francia e Germania hanno ottenuto di non rispettarlo, perché”, domanda, “non sarebbe pensabile di farlo oggi per Spagna e Italia?”.

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Redazione BsNews.it

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