Cento carcasse di cani stipate nei congelatori non sono certo roba da poco. Le morti naturali ci stanno, ancor più per un allevamento che commercializza ogni anno 2500 beagle da spedire nei laboratori di tutta Europa per essere sacrificati in nome della ricerca scientifica- Ma cento, anche per un allevamento di dimensioni ragguardevoli come Green Hill, sembravano decisamente troppe. E infatti, secondo le prime indiscrezioni emerse dai risultati delle analisi condotte sui cani congelati, sembra essere emerso che la maggior parte dei decessi non fosse per morte naturale, ma per una puntura fatale. La ragione sembrerebbe una dermatite che ha colpito alcuni cani e che era diventata impossibile da curare. Stando alle indagini però nello stabilimento non sarebbero stati trovati farmaci per curare la dermatite. Forse li avevano già utilizzati tutti. O forse l’azienda temeva che i cani malati non fossero più commercializzabili e quindi rappresentassero un costo inutile. Le analisi proseguono e le indagini pure.
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