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Lega nella bufera, scontro aperto tra il segretario Rolfi e l’assessore Rizzi

Oramai la Lega sembra un campo di battaglia. La sfida tra cerchisti e maroniani prosegue infatti a colpi bassi, con richieste di “pulizia”, espulsione, dimissioni. Due giorni fa il segretario provinciale di Brescia Fabio Rolfi ha annunciato una nozione d’indirizzo “affinché tutti coloro che hanno sbagliato siano espulsi dal partito”. Nel mirino, in particolare, Renzo Bossi e Monica Rizzi, i due esponenti “bresciani” coinvolti nella vicenda Belsito. Ieri la Rizzi ha però voluto replicare in modo duro e netto.

Ecco il testo completo della replica dell’assessore Monica Rizzi:

“Adesso basta! Sono davvero stanca di attacchi senza senso. Oltre che inopportuno è decisamente un atto di sciacallaggio politico quello messo in atto dal segretario provinciale della Lega Nord di Brescia Fabio Rolfi che propone la mia espulsione e quella si Renzo Bossi dal partito.

Colui che dovrebbe essere una figura di garanzia per l’intero partito, da quando è stato eletto ha superato il segno auto proclamandosi difensore della moralità, dimenticandosi però gli inghippi in cui lui stesso e alcuni esponenti cittadini del partito sono stati coinvolti recentemente trascinando la Lega in vicende poco chiare. Senza dimenticare che proprio lui, che punta il dito sulla candidatura di Renzo Bossi, parlando di nepotismo sbagliato, dovrebbe invece pensare alla vicenda di sua moglie Silvia Raineri che, dopo aver fallito la sua sistemazione attraverso un concorso pubblico indetto dalla provincia di Brescia, poi congelato dal Presidente Molgora per presunte irregolarità, riceve prima un incarico di collaborazione al Gruppo Lega in Regione Lombardia e poi viene assunta tramite un concorso all’ASL di Milano ottenendo immediatamente l’aspettativa per tornare a lavorare in Regione Lombardia. Due pesi e due misure? Niente nepotismi? Allora inizi a adottare il senso di moralità anche a casa sua.

Ricordo per chi se lo fosse dimenticato che proprio dal partito del territorio nel 2010 è stato chiesto un passo indietro alla sottoscritta per poter candidare Renzo Bossi. come sempre ho risposto obbedisco e la mia funzione è stata quella di coordinare gli incontri pubblici su tutto il territorio Bresciano. per il resto c’era poi un mandatario ed almeno un paio di persone bresciane con dei nomi e cognomi che il segretario Rolfi conosce molto bene, Angelo Colosio e Ferdinando Possi, che seguivano tutta la parte economica e che hanno puntualmente presentato il bilancio consuntivo.

Vorrei ricordare a Rolfi che in Lega si è sempre ragionato con la massima democrazia, caratteristica che evidentemente non gli appartiene.

La sottoscritta in oltre vent’anni all’interno della Lega, non ha mai avuto incarichi in cda o nomine in Enti vari e di questo me ne vanto. Personalmente considero il vice sindaco di Brescia (che da solo detiene ben 4 deleghe giusto per non avere contraddittori nel partito) non all’altezza del suo ruolo visto che invece di garantirne l’unità e la difesa dei rappresentanti della Lega sul territorio sembra non aspetti altro che qualche motivo per portare avanti la caccia alle streghe di turno contro chi non è allineato con la sua corrente.

E’ dall’anno scorso con l’uscita delle due fantasiose inchieste a mio carico, grazie a Dio proprio in questi giorni in fase di archiviazione, che subisco attacchi infami, minacce, calunnie e diffamazioni di tutti i generi senza che mai nessuno di coloro che lo dovevano fare sul mio territorio, se non Umberto Bossi, abbia preso le mie difese. questo non è un atteggiamento da Leghisti, ma da codardi. dopo il pronunciamento della magistratura è mia intenzione andare fino in fondo per accertare le responsabilità di questo complotto nei miei confronti e procedere con tutte le denunce del caso su ognuna delle persone coinvolte.

In questa maniera si fa del male al partito e per questo dovrebbe essere lui a dimettersi da una carica tanto importante in un momento così delicato, invece che portare avanti commissariamenti ed espulsioni ad ogni piè sospinto.

Invece di commentare con amarezza le dimissioni del nostro Segretario Federale Umberto Bossi aveva detto che non avrebbe fatto purghe all’interno del partito. Invece eccolo qui in tutta la sua coerenza.

Comunque vorrei ricordargli che la sottoscritta non è indagata per questa vicenda a Milano, come non lo è neppure Renzo Bossi. Rolfi torni con i piedi per terra e pensi al bene del partito che, dopo le dimissioni di Umberto Bossi, rischia di finire nella cenere”

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Redazione BsNews.it

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