Il sindaco di Castegnato invita Monti a fermarsi sulla riforma del lavoro. “Va condivisa con le parti sociali”
Con una lettera, il sindaco di Castegnato Giuseppe Orizio, usa bastone e carota nei confronti del presidente Monti e lo invita a prendere decisioni con più calma e tenendo in considerazione tutte le parti sociali. Di seguito il testo integrale della lettera:
Fermarci a riflettere su quanto sta accadendo è doveroso se non vogliamo che venga vanificato ciò che è stato fatto sino ad ora.
Il governo Monti, che supplisce all’inefficienza ed inefficacia del Parlamento, ha sino ora ben operato, ma stiamo sentendo alcune note stonate che rischiano di rovinare la sinfonia.
La durezza e la celerità imposta dal governo alla riforma del mercato del lavoro, da valutare nel suo insieme che è secondo me positivo, danno l’impressione di un governo che è allo stadio finale del suo operato.
Chi è alla fine di un percorso o di un mandato, è spesso colto dal bisogno di lasciare tante cose fatte, di recuperare il più possibile nel poco tempo che rimane cercando di fare di più, ancora di più, di fare tutto ciò che si era prefisso di realizzare.
Ed allora ecco che la fretta mal si concilia con la qualità e quantità delle cose che si vogliono fare.
Il rischio è che alla fine prevalgano quella frustrazione e disillusione che sono la zizzania di qualsiasi cosa che si vuol rendere duratura e condivisa.
Sino ad ora, con tutte le sue accelerate e brusche frenate, l’azione del governo Monti si è caratterizzata per aver determinato una sostanziale e vasta convergenza del Paese sulle sue scelte.
Certo, molte delle sacche di monopolio e privilegio sono ancora lì: il credito, il pubblico impiego, la grande evasione, le varie caste delle Regioni e del Parlamento, ecc. ecc. e non hanno ancora contribuito più di tanto al risanamento ed allo sviluppo del paese Italia.
Sino ad ora il Paese è stato unito ed è ciò che ha creato condivisione verso una visione d’insieme.
Oggi il rischio è la frantumazione di quel disegno sociale unitario che è contemporaneamente credibilità per il governo dei tecnici e solidità del Paese che deve ripartire con lo sviluppo.
Ho sentito in questi giorni “denigrare” la “concertazione” come se fosse il male assoluto, responsabile del declino economico e morale dell’Italia.
Ebbene, io sono ancora convinto che se vogliamo costruire e consolidare un’Italia sociale e solidale, tutte le componenti sociali ed economiche debbano condividere un progetto e ciascuna adoperarsi per la propria parte per raggiungerlo, con lo Stato che attraverso le regole è garante della coerenza di tutti.
E’ utopia? No certo. E’ democrazia sociale ed è ancora più che mai attuale e realizzabile.
L’alternativa, che sta sempre dietro l’angolo, è che emergano gli uomini (i poteri) bravi, intelligenti e forti ai quali affidare il nostro futuro… tornando indietro di un secolo.
Presidente Monti, concluda bene e con tutti la riforma del mercato del lavoro e poi conduca celermente tutti per mano, verso un rinnovo del Parlamento votato dai cittadini nel quale spero ancora di vederla impegnato con primarie responsabilità.