(a.c.) Se non si fa qualcosa per attenuare l’effetto di 13 milioni di euro di minori trasferimenti statali (su tre laghi, Garda, Como e Maggiore), la navigazione sul Benaco sarà seriamente compromessa. La questione che ha spinto il personale di Navigarda ad incrociare le braccia ieri mattina, per 4 ore, è piuttosto seria. Con 13 milioni in meno nelle casse (taglio della metà del contributo governativo) e l’aggravio di 5 milioni di euro sull’iva da pagare (per materiali ed accise sul carburante), il servizio rischia di essere seriamente ridimensionato.
Ad oggi, 13 marzo, con la stagione alle porte (il week-end pasquale si avvicina a grandi passi) non sono ancora stati assunti i 40 lavoratori stagionali che ogni anno vengono assoldati per il servizio estivo, e che affiancano i 140 lavoratori a tempo indeterminato. E così ieri i dipendenti afferenti ai sindacati Fil Cgil, Fit Cisl e Uil trasporti sono rimasti sulla terra ferma. Il rischio, dicono, non è di tagliare qualche corsa (cosa che, peraltro, è già stata fatta) ma di ridimensionare significativamente il servizio, oppure alzare di parecchio le tariffe, almeno del 30%.
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