L’ordigno che il 28 maggio 1974 esplose in piazza della Loggia era composto da dinamite, gelignite e una minima parte di tritolo. E’ quanto hanno ribadito durante l’udienza di ieri Romano Schiavi e Alberto Brandone, i primi periti incaricati dai giudici nel 1976 di ricostruire il tipo di esplosivo utilizzato nell’eccidio di 38 anni fa. Nel processo di primo grado, altri periti avevano sostenuto che l’ordigno sarebbe stato un composto di tritolo. Una versione che smentirebbe la testimonianza del pentito Carlo Digilio il quale ha sostenuto di aver visionato la bomba per piazza Loggia a Verona, in una tappa del suo viaggio da Venezia a Brescia. Nel racconto di Digilio si parla di candelotti di dinamite e gelignite. Capire la natura dell’ordigno permette di dare credibilità o meno al racconto dell’ex ordinovista. Ecco perché questo sarà un punto decisivo per la conclusione del processo d’appello per la strage.
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