Il “problema Green Hill” va risolto “vietando l’allevamento di animali destinati alla vivisezione siu tutto il territorio italiano”. Parola del coordinamento contro Green Hill che oggi pomeriggio, a partire dalle 15, tornerà ad invadere le strade di Montichiari e la collina di San Zeno (dove è ubicata l’azienda) per chiedere che vengano accelerati i tempi di approvazione dei disegni di legge in lavorazione al Parlamento e in regione Lombardia. Nonostante le temperature polari di questi giorni, sono attesi più di 300 animalisti, armati di cartelli e striscioni, che sfileranno in modo pacifico per formare un cerchio simbolico intorno all’azienda “e chiudere ogni rapporto tra GreenHill e il mondo esterno e far capire in maniera chiara e decisa che questo lager deve chiudere”, scrivono gli organizzatori sulla pagina Facebook. Per il coordinamento contro Green Hill, infatti, non basta la discussione del disegno di legge, che impedirebbe l’allevamento di cani, gatti e primati sul territorio lombardo e nazionale, ma va vietata anche la vendita, altrimenti la multinazionale proprietaria di Green Hill (la Marshall) potrebbe scegliere di non chiudere il lager per trasformarlo in “deposito” di smistamento, continuando così a fare suo profitto, non allevando in loco i beagle ma semplicemente importandoli e usando i capannoni di Montichiari come punto strategico di smisto verso i laboratori europei.
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