Nei giorni scorsi è stato dato ampio spazio dai quotidiani locali alla notizia di un’indagine sui bambini delle materne, progetto al quale collaboreranno Università e Comune e che avrà lo scopo di valutare “eventuali” danni causati dall’esposizione ad agenti inquinanti. Il progetto elaborerà i dati per capire la relazione fra dato biologico e dato ambientale e valuterà i danni al dna e alle cellule delle vie respiratorie. Purtroppo, pur da non esperti, temiamo che i risultati dell’indagine possano conferma che i nostri figli sono a rischio dato che "l´esposizione agli inquinanti atmosferici trasportati dalle polveri sottili aumenta il rischio di alcune malattie come gli attacchi d´asma, l´infarto, i tumori polmonari, ed è noto che i bambini sono più vulnerabili degli adulti all´inquinamento dell´aria perché il loro organismo è meno reattivo".
Noi non vogliamo e non possiamo rassegnarci a prendere atto che viviamo in una delle città più inquinate d’Italia.
Non ci basta sapere che un progetto monitorerà il rischio di malattie nei nostri figli quando già sappiamo, da una fonte quale l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), che l’Italia è al primo posto tra i paesi industrializzati per i casi di tumori infantili tra 0 e 14 anni e che proprio i bambini sono i soggetti più deboli, insieme agli anziani e ai malati cronici, rispetto all’esposizione prolungata a sostanze nocive quali Pm10, ozono e tutte le altri miriadi di molecole che minacciano la salute.
Ricordiamo purtroppo che rispetto all’inquinamento da Pm10 Brescia è tra le città con l’aria più avvelenata d’Europa e che vede costanti superamenti dei limiti consentiti rispetto ai quali la nostra amministrazione risponde con un immobilismo inquietante.
Non possiamo rassegnarci ad attendere la pioggia o a cambiare città.
Noi cittadini e genitori, insieme ai nostri figli, chiediamo al Sindaco e all’amministrazione di garantire la tutela della salute pubblica, facendone priorità nell’agenda politica.
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