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Brixia sviluppo, ancora polemiche in Loggia

Ancora polemiche, in Loggia, su Brixia sviluppo, la società controllata dalla Loggia che è stata incorporata in Brescia infrastrutture per sostenere il piano economico-finanziario della metropolitana (al voto, arrivato alle 17.41: sì compatto della maggioranza e della Castelletti, no di Idv e Sel, astensione del Pd). In particolare ad affondare il colpo è stato il consigliere del Pd Fabio Capra. “Un anno fa Paroli aveva detto che l’amministrazione non avrebbe fatto alcun passo indietro su questa società”, ha detto, “ora quest’avventura è finita, e pure male. Parliamo di una realtà che per ogni anno ci è costata 25mila euro di gettoni per gli amministratori, 30mila per il collegio sindacale e 37 di sole spese legali. Ma anche di una società che ha fatto operazioni come quella di spendere 4,5 e mezzo di euro per comperare un’immobile grande come Palazzo Bianchini in cui collocare uffici decentrati e vigili. E ancora ha sprecato 670mila euro (40mila per la manutenzione, 180 per le opere edili, 209 per l’energia elettrica, 15mila per le manutenzioni, 18mila per il noleggio e 35mila per lo smaltimento materiali) per acquistare un terreno a Guidizzolo (Mantova) e trasferirvi i sinti, che si sono ben guardati poi dall’andarci”. Quindi, il capogruppo Emilio del Bono ha definito l’"affaire Guidizzolo" un “caso da Gabibbo” e sottolineato che “di tutti gli investimenti fatti dalla società, al di là delle intenzioni, soltanto la metà sono andati a cadere sul centro storico, mentre l’altra parte è stata utilizzare per comperare immobili di basso pregio in un Comune già dotato di un patrimonio immobiliare esorbitante che cade a pezzi”.

Alle obiezioni Paroli ha risposto difendendo tutte le operazioni messe in atto dalla società, compresa quella di Guidizzolo (“con questa operazione Birxia sviluppo aveva cercato di dare una risposta ai temi posti dai sinti e dal sindacato”) e spiegato la scelta dell’incorporazione con il fatto che “allo stato attuale non avremmo avuto le risorse per ottenere gli obiettivi che ci eravamo dati per la società” e che “il piano economico della metropolitana non era sostenibile, perché basato sull’assurdità del prezzo del biglietto fissato a un euro e 90 centesimi”.

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Redazione BsNews.it

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