Via il maxi-rondò e le auto. Piazzale Arnaldo “diventerà” piazza Arnaldo. Una proposta rivoluziona il centro del divertimento

(a.tortelli) Sul tavolo del vicesindaco Fabio Rolfi, a settembre, sono arrivate più proposte. Ma una spicca su tutte. E propone di rivoluzionare una delle zone più discusse della città, trasformando “piazzale Arnaldo” (o “maxirondò Arnaldo”) in “piazza Arnaldo”. Cioè nel vero cuore – off limits per le auto – della movida e della socialità cittadina. A proporla è Domenico Caldera, imprenditore ormai rodato nel settore del divertimento e titolare di uno dei locali più frequentati della piazza, la Bodeguita del medio. Che ha deciso di affidare allo studio “ABnormA”, guidato dall’architetto Giuseppe Marrelli, la stesura di un progetto che ridisegni l’area e l’intero sistema viabilistico della zona.

“Dopo il costoso esperimento estivo della pedonalizzazione”, spiega Caldera, “l’amministrazione, e in particolare il vicesindaco Rolfi, ci ha sollecitati a proporre idee sul futuro di piazzale Arnaldo. Io ho voluto spingermi più in là di altri esercenti, presentando alla Loggia un progetto completo. Credo che il piano vada nella direzione che si sente invocare da tempo. La piazza potrebbe essere chiusa alle auto e i residenti ne trarrebbero evidenti benefici, anche dal punto di vista ambientale. Ma soprattutto la zona diventerebbe un patrimonio per i commercianti, per i clienti e per tutta la città, visto che sarebbe un presidio di brescianità nel centro storico. Ora”, conclude, “attendiamo risposte dal Comune”.

Nel dettaglio il progetto di Marrelli – già collaboratore del settore Urbanistica del Comune per la stesura del tanto discusso Prg Secchi e progettista di piazza Tebaldo Brusato – va a ridefinire radicalmente il volto e la funzionalità della zona (“ho accolto con piacere la sfida che mi ha proposto Caldera, non solo un gestore di locale, ma un imprenditore dotato di visione d’insieme”, spiega l’architetto). Da piazzale ricavato sui bordi di una grande rotatoria, infatti, l’area diventerebbe una vera e propria piazza pedonale. L’aiuola centrale sparirebbe e la piazza sarebbe di fatto allungata fino agli ex Granai, con la cancellazione – attraverso un sistema di piccoli dislivelli graduali – delle gradinate, ostacolo architettonico non da poco alla valorizzazione dei porticati. In questo modo la città ritroverebbe un grande spazio aperto delimitato su tre lati dalle diverse attività, il cui vuoto sarebbe riempito e animato dalla collocazione dei dehor e dai “salotti” a cielo aperto dei locali. Che a quel punto non sarebbero più confinati entro un angusto marciapiede, ma potrebbero allargarsi occupando l’intera piazza. Dal punto di vista viabilistico, la piazza sarebbe completamente chiusa alle auto (se si esclude una piccola via di fuga per il carico/scarico delle merci e per i residenti), con lo spostamento dello svincolo principale attorno alla statua di Arnaldo (i pilomat verrebbero tolti) e un guadagno non da poco sul fronte dell’inquinamento visto che, secondo una stima, l’attuale aiula-rotatoria “costa” agli automobilisti 30mila chilometri in più all’anno. Per completare il quadro, ancora, il progetto suggerisce alla Loggia di introdurre una seconda rotatoria al posto del maxi-incrocio tra via Turati e viale Venezia. La cinquantina di posti auto oggi presenti, infine, sparirebbero, ma la nuova Fossa Bagni dovrebbe essere in grado di gestire l’afflusso delle auto.

Per quanto riguarda i costi, la sistemazione della piazza – al netto dei sottoservizi – implicherebbe una spesa di circa 2 milioni di euro. Ma nel piano è anche prefigurata una proposta di project financing che porrebbe la spesa a carico dei privati in cambio della gestione commerciale delle aree pubbliche. E comunque la "rivoluzione" provocherebbe maggiori entrate sul fronte delle tasse di occupazione del suolo pubblico, ridurrebbe alcune spese (ad esempio quelle legate alla gestione dell’aiuola) e valorizzerebbe spazi che il Comune ha già detto di voler mettere in vendita come quello degli ex Granai. I lavori potrebbero durare circa un anno e sarebbero eseguiti per lotti, in modo da ridurre al minimo il disagio per le attività della zona.

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Redazione BsNews.it

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