(a.c.) Era la mente di tutte le operazioni o il suo nome è stato utilizzato per coprire altre persone? Sarà appurato dagli uomini della Guardia di Finanza, che nel frattempo l’hanno denunciata a piede libero con le accuse di infedele dichiarazione al fisco, emissione di fatture fasulle, omesso versamento di IVA e infine indebita compensazione di imposte. Nei guai una 35enne residente nella Bassa Bresciana ma amministratrice di una grossa società di commercio di legnami con sede a Piacenza.
L’operazione è stata chiamata «Black wood», legno nero; assieme all’imprenditrice altre 14 persone nell’ambito della stessa indagine sono state denunciate a vario titolo per reati tributari. La società incriminata avrebbe sottratto al Fisco una base imponibile di 53,3 milioni di euro, ed evaso complessivamente 10 milioni di euro di Iva. L’attività investigativa, partita da un controllo effettuato nei confronti di un’altra impresa, e che ha interessato il periodo tra 2003 e 2009, ha permesso di scoprire anche una frode fiscale attuata mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per quasi 15 milioni di euro, nei confronti di 16 imprese e l’utilizzo di fatture false di 18 fornitori per un ammontare complessivo di 30 milioni. Di tali fornitori, 11 sono risultati estranei alla frode tributaria. Anche ditte bresciane sarebbero finite nell’inchiesta, imprese sparse nell’ovest e nella bassa pianura, nei comuni di Chiari, Roccafranca, Orzinuovi, Manerbio e Urago d´Oglio.
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