(a.c.) A un anno e mezzo di distanza dalla notifica delle misure di custodia cautelare che venne emessa ai danni di Diego Ardigò, sindaco di Tremosine, è iniziato ieri presso il Tribunale di Brescia il processo che mira a far luce su presunte irregolarità nell’affidamento di lavori commissionati dalla Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano.
Ardigò non era in aula, ma non si è perso nulla visto che l’udienza ha avuto una durata-lampo: solo 15 minuti, dopodiché il giudice ha deciso di rinviare tutto al 27 gennaio, per avere il tempo necessario a studiare la documentazione di 1000 pagine di atti presentata dalla parte civile. 15 minuti che però sono bastati per il colpo di scena: la Comunità Montana (parte civile) ha chiesto che vengano messe agli atti due lettere minatorie, che contengono minacce di morte, recapitate a Roberto Righettini, presidente della Comunità (nonché sindaco di Toscolano Maderno) e a due carabinieri della caserma di Salò impegnati nelle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Fabio Salamone. Un fatto gravissimo, sul quale si cercherà di fare luce.
Nel processo, ricordiamolo, ci sono altri tre imputati: un tecnico della Comunità Montana, Luigi Danieli, e due impresari edili, Gianmarco Pelizzari e Alessandro Ariasi.
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