Il Pd: “Ora fare chiarezza e velocizzare l’indagine. Da Paroli e Rolfi parole vuote”

“Dopo il video pubblicato oggi su Repubblica, dove Saidou Gadiaga viene ripreso agonizzante, negli ultimi tragici momenti della sua vita in una cella della caserma Masotti – sede del comando provinciale dei carabinieri di Brescia – senza l’intervento di nessun militare, nonostante le urla e le richieste di aiuto, ci sembrano ancora più vuote le parole di allora del sindaco Paroli e del vice sindaco Rolfi, e il loro tentativo di minimizzare una vicenda che, fin da subito, si è delineata in tutta la sua drammaticità”. E’ quanto scrive il partito democratico in una nota. “ Anhdy Saidou Gadiaga” prosegue il comunicato “era stato arrestato perché privo del permesso di soggiorno ed era già stato raggiunto dal provvedimento di espulsione, ma il giorno dopo l’arresto, il 12 dicembre scorso, dopo 36 ore passate in una cella priva di riscaldamento, moriva per una crisi di asma. I carabinieri, a conoscenza delle sue precarie condizioni di salute, nonostante l’attacco di asma, non intervenivano come testimoniato dal video.

“Il Partito Democratico di Brescia” continua la nota “si è mosso immediatamente, con una presa di posizione del forum Immigrazione provinciale e ha portato la grave vicenda in Parlamento, presentando un’interrogazione (tutt’ora senza riposta) già il 15 dicembre. Nell’interrogazione gli onorevoli Fiano, Ferrari e Corsini ritenevano non ammissibile e legittimo che Anhdy Saidou Gadiaga venisse trattenuto in una camera della caserma dei carabinieri priva di riscaldamento, nonostante la conclamata patologia certificata da un ospedale pubblico e chiedevano l’esatta ricostruzione dei fatti, così come la verifica della prontezza del soccorso medico. Il sindaco e il vicesindaco avevano trovato “inopportuna la solita interrogazione parlamentare dei deputati bresciani del Pd che, in assenza di informazioni precise e dettagliate, suona come una preventiva condanna nei confronti dell’Arma che in queste situazioni dovrebbe invece sentire la vicinanza delle istituzioni”. Non si trattava certo di una preventiva condanna, quanto della necessità, ora ancora più urgente, di far chiarezza su un episodio che riguarda un cittadino senegalese, che non aveva commesso alcun reato, se non quello di essere privo del documento di soggiorno. Solo 13 giorni dopo non sarebbe stato passibile di arresto. Ci auguriamo" conclude la nota "che questo terribile video contribuisca a velocizzare un’indagine che ci sembra ora più che mai inderogabile e necessaria”. 

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Redazione BsNews.it

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