(a.c.) Dovrà rispondere, e difendersi, dall’accusa di omessa custodia della sua arma, una calibro 22 regolarmente denunciata ma lasciata incustodita sul comodino della sua camera da letto, senza sicura e col colpo in canna.
Incredibile la dinamica nella quale ha perso la vita Monica Albertinelli, 37 anni di Esine, da parecchio tempo collaboratrice domestica nell’abitazione dove ha trovato la morte a causa di un proiettile accidentalmente sparato dalla pistola lasciata sul comodino. Il proiettile le ha forato la parte sinistra del torace, danneggiando stomaco e fegato, causandole ferite talmente gravi che l’hanno portata alla morte, sopraggiunta nel pomeriggio di sabato presso l’ospedale Civile di Brescia.
Il marito ieri ha difeso la sua memoria smentendo categoricamente le illazioni di chi diceva che la donna stava vivendo una depressione, lasciando alludere a un possibile suicidio. Tra l’altro pare che negli ultimi attimi di lucidità Monica abbia ripetutamente detto che il colpo è partito accidentalmente, mentre aveva in mano la pistola durante lo spolvero del comodino sul quale era appoggiata.
Prima di conoscere la data dei funerali di Monica andrà eseguita l’autopsia.
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